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    I disegni a colori che Achille Beltrame realizza per la Domenica del Corriere, dall'attentato di Sarajevo all'entrata italiana in guerra, tra arte e cronaca, fanno conoscere i diversi fronti, le armi e gli eserciti che si confrontano nel nuovo grande conflitto in corso alla gente comune, e diventano un grande affresco bellico e insieme un momento importante nel dibattito tra neutralismo e interventismo, che si sviluppa in Italia prima della dichiarazione di guerra all'Austria-Ungheria.
    Enrico Folisi, docente presso l'Università di Udine, storico, sceneggiatore e regista, ha al suo attivo decine di pubblicazioni e di documentari per la didattica e la divulgazione della storia e di allestimenti di mostre.
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    Le tavole di Beltrame “sono” la guerra. Il geniale, disegnatore vicentino, diplomato all’Accademia di Brera, con Luigi Alberini inventa un modello di comunicazione visiva destinato a costruire l’immaginario collettivo della guerra. Gianni Oliva decodifica i sistemi del racconto, la coralità, i simboli della patria, la rimozione delle sconfitte e i combattimenti. Il libro è la maggiore raccolta a colori della Domenica del Corriere.
    Gianni Oliva è uno dei maggiori storici italiani e quasi tutti i suoi libri sono pubblicati da Mondatori.
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    Il monte Sabotino, bastione settentrionale della testa di ponte austro-ungarica di Gorizia, rappresentò fin dall’inizio della guerra italo-austriaca un punto chiave del fronte dell’Isonzo. Straordinaria fortezza nella pietra, questo rilievo mostra ancor oggi pregevoli testimonianze dell’ars fortificatoria praticata prima dai reparti tecnici austro-ungarici e, dopo l’agosto 1916, da quelli italiani che lo trasformarono in un vero e proprio baluardo sotterraneo. Questo volume della collana “Archeologia di guerra” propone al pubblico uno strumento per comprendere l’affascinante metamorfosi di un Monte che per i suoi trascorsi bellici entrò nel mito collettivo della Grande Guerra, fu dichiarato Zona Monumentale nel 1922, attraversò il secondo conflitto mondiale, le vicissitudini del nuovo confine tra due mondi, la Guerra Fredda e la caduta della Cortina di Ferro, per trasformarsi in un museo all’aperto a vocazione transfrontaliera. Il Sabotino: 609 metri di roccia, scrigno eterno di guerre, di ferite, di cicatrici, di ricordi, di memorie, di ritorni dal passato fino a noi, oggi.
    Marco Mantini (Gorizia, 1966) collabora con diversi enti e associazioni italiane e slovene nell’ambito della ricerca storica e del recupero della memoria materiale del Primo conflitto mondiale sul fronte isontino. Nel campo editoriale partecipa con diversi autori alla realizzazione di guide storico-escursionistiche e saggi storici. Per l’editore Gaspari ha pubblicato: Da Tolmino a Caporetto. I percorsi della Grande Guerra tra Italia e Slovenia (I, II ed.); Viaggiare nella storia. Dall’Adriatico al passo di Monte Croce Carnico; Il racconto dei segni della Grande Guerra La Zona Monumentale del Monte San Michele. Da teatro di guerra a paesaggio della memoria ; con P. Gaspari e P. Pozzato: Generali nella nebbia. Le 36 ore di battaglia della 43a Divisione, da Monte Nero al ponte di Caporetto ; con S. Stok: I TRACCIATI DELLE TRINCEE SUL FRONTE DELL’ISONZO - Vol.3, parte 2a II e III.
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    La mobilitazione della società civile durante la Grande Guerra fu essenzialmente mobilitazione delle donne. Rappresentò la più grande prova di partecipazione popolare e coesione civile superata dagli italiani nella loro storia. In quella guerra vinsero infatti i popoli che riuscirono a essere più coesi e partecipi delle imprese dei soldati al fronte. La popolazione italiana, ultima arrivata tra le democrazie europee, diede prova di una capacità operativa che molto spesso supplì alle carenze organizzative dello Stato, ad esempio nella tutela e assistenza dei minori e nei cibi caldi sulla linea del fuoco. Le donne uscirono dalle case e dai ruoli domestici ed entrarono in massa nella vita economica e sociale. Il protagonismo femminile ebbe un’accelerazione e una diffusione che pervase tutte le classi sociali del Nord come del Sud. Non solo madrine di guerra e intellettuali appartenenti alle élites, ma anche donne della piccola borghesia e delle classi popolari: maestre, madri di famiglia per l’assistenza ai figli dei richiamati, donne reclutate per i lavori militari al fronte o nelle città nei laboratori di recupero tessuti, nell’Opera scaldarancio, lana, tutela delle minorenni, ecc., e poi le attrici, le spie, le dottoresse. Una storia che mancava nella storiografia della guerra che, tra l’altro, fu vissuta come la conclusione dell’unità d’Italia.
    Paolo Gaspari: storico, da diversi anni si occupa di storia militare, fondatore dell'omonima casa editrice di Udine.
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    In guerra le donne erano sempre state solo vittime. Nella Grande Guerra le donne furono indispensabili alla vittoria di quella che era considerata l’ultima delle guerra per l’unità nazionale. Il racconto delle crocerossine e delle dottoresse si svolge nel momento culminante del protagonismo femminile che aprì la via all’inserimento delle donne nella vita dello Stato ed è testimoniato dal loro eroismo: 54 medaglie d’argento e 190 di bronzo e una trentina di croci al merito. Ma questo ingresso delle donne nell’istituzioni ancor oggi non figura nei manuali scolastici a testimonianza di una storiografia che non ha saputo riannodare la popolazione con la sua storia.
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    Un volume riccamente illustrato sul protagonismo e sulla genesi dell’emancipazione femminile. La guerra accelerò il processo di inserimento delle donne negli uffici e nelle fabbriche, specializzandole in molte professioni. Suore, nobildonne, ragazze e madri, operaie e impiegate di tutte le regioni lavorarono con sacrificio in una guerra che non era più solo d’eserciti, ma di popolo. La guerra che diede il senso d’identità agli italiani. L’unico volume che racconta con centinaia di immagini e foto la guerra delle donne che entrarono in massa finalmente nella vita sociale ed economica dello Stato.
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    L’Italia in Treno Vol. 2

    29,00 27,55
    I 150 anni delle ferrovie italiane raccontati dai grandi illustratori Achille Beltrame, Walter Molino, Vittorio Pisani, Rino Ferrari, Aldo Raimondi e Ugo Matania. Un’affascinante storia anche per gli aspetti tecnici e ingegneristici del decollo industriale italiano e della vita sociale legata al treno. Guido Magenta ci regala ancora un viaggio nell’epoca “gloriosa” dei primi anni della ferrovia italiana, attraverso le immagini ed i disegni che hanno immortalato le ferrovie e che ne hanno alimentato l’immagine del progresso che rappresentavano allora e, che ancora oggi, interpretano.
    Guido Magenta, ingegnere meccanico specializzato in trasporti, si è dedicato agli aspetti storici e tecnici dei trasporti su rotaia. Svolge attività di divulgazione di cultura ferroviaria con conferenze pubbliche, interventi didattici nelle scuole e lezioni universitarie al Politecnico di Milano.
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    L’Italia in Treno Vol.1

    29,00 27,55
    150 anni delle ferrovie italiane raccontati dai grandi illustratori Achille Beltrame, Walter Molino, Vittorio Pisani, Rino Ferrari, Aldo Raimondi e Ugo Matania. Un'affascinante storia anche per gli aspetti tecnici e ingegneristici del decollo industriale italiano e della vita sociale legata al treno. La ferrovia ha segnato in profondità la storia d'Italia ed è stata un elemento fondamentale nella costruzione dell'identità nazionale. Fattore di progresso non solo tecnologico ma anche economico e sociale, il treno ha costruito legami, ha messo in comunicazione genti, paesi e città ed ha rappresentato, in molte zone del Paese, la prima concreta presenza dello Stato Italiano. I treni, le stazioni, gli infiniti binari che venivano srotolati in ogni angolo della penisola, le ardite opere d'ingegneria sono stati i simboli audaci della forza di un popolo che lavorava alla costruzione di quell'identità nazionale necessaria per affrontare le sfide della modernità. (dalla Prefazione di Mauro Moretti)
    Guido Magenta, ingegnere meccanico specializzato in trasporti, si è dedicato agli aspetti storici e tecnici dei trasporti su rotaia. Svolge attività di divulgazione di cultura ferroviaria con conferenze pubbliche, interventi didattici nelle scuole e lezioni universitarie al Politecnico di Milano.
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    Generali Italiani – Vol. 2

    39,00 37,05

    Bestseller di IBS 2° posto nella classifica categoria Dizionari biografici, Enciclopedie e Opere di Consultazione

    Il volume conclusivo delle biografie degli oltre 600 generali della prima guerra mondiale, con la foto e la bibliografia di ciascuno, copre una profonda lacuna della storiografia italiana.
    Paolo Gaspari, autore di decine di volumi di storia militare, tra cui Le bugie di Caporetto (20182). Paolo Pozzato, tra i maggiori storici militari, autore di Vittorio Veneto, luci e ombre di una vittoria (2019). Ferdinando Scala, esperto di comunicazione, autore de Il generale Armando Tallarigo (2018).
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    Generali Italiani – Vol. 1

    18,00 17,10
    Tra le classi dirigenti italiane quella dei capi militari è stata tra le più vituperate. I pregiudizi che banalizzano i punti nodali della storia hanno finora alimentato una sostanziale ignoranza storiografica sui generali della guerra vinta. Il momento più tragico della vita dei cittadini è quando lo Stato chiede loro di combattere in guerra. In quel momento il ruolo di comando e spesso il destino della patria passa a un’élite appositamente addestrata, ai capi militari. Forse sono due le questioni che trovano d’accordo tutti gli italiani, una di esse è che i generali italiani furono degli incapaci. Mentre i fanti pagarono per i loro errori. Il libro sfata questa leggenda nell’unica delle guerre d’indipendenza nazionale vinta dagli italiani sui campi di battaglia e, attraverso il Milite Ignoto, fondativa del senso di patria e di comune identità. Il primo volume delle biografie degli oltre 600 generali della 1a guerra mondiale. Il libro che avrebbe dovuto essere pubblicato mezzo secolo fa.
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    Stanista Terskaja

    14,00 13,30
    Con i paradossi di cui è piena la storia, spesso proprio nei suoi momenti più tragici, gli "occupanti" cosacchi furono quelli, alla fine, che pagarono il prezzo più alto: in termini di vite umane, di sradicamento, di perdita della propria identità, proprietà, tradizione. Non vennero trattati, come sarebbe stato più giusto, come truppe di occupazione sconfitte, come esercito in ritirata e fatto prigioniero, come responsabili di violenze e di crimini commessi con la giustificazione e la scusa della guerra. Ma vennero, tutti senza distinzione, consegnati alla vendetta di Stalin, militari e civili, capi militari e famiglie operose, assassini e contadini.
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    Gabriele D’Annunzio intese farsi portavoce di «un’altra Italia». Giovinezza, arditismo, Grande guerra e terre irredente: il libro arriva a risultati originali in grado di cambiare le tinte di un quadro di cui si presumeva di sapere ormai tutto. Emerge invece il ruolo giocato nell'impresa dalla massoneria. Un contributo per capire i risvolti del più famoso laboratorio politico e culturale del Novecento.
    Luca G. Manenti, ricercatore presso l'Irsrec FVG, dottore di ricerca e cultore della materia in storia contemporanea all'Università degli Studi di Trieste, si occupa di massoneria, risorgimento e nazionalismo. Ha curato volumi, pubblicato saggi e le monografie Massoneria e irredentismo (2015), Da Costantinopoli a Trieste (2015), Storia del Sanatorio Triestino (2017) e, a quattro mani, «Si soffre ma si tace» (2020). Con Fabio Todero ha curato il volume «Si scopron le tombe» (2018). Fabio Todero, insegnante, dottore di ricerca in italianistica, ricercatore presso l'Irsrec FVG, è autore di numerosi saggi e monografie, tra cui Pagine della Grande guerra (1999), Le metamorfosi della memoria (2002), Morire per la patria. I volontari del Litorale austriaco nella Grande Guerra (2005), Una violenta bufera. Trieste 1914 (2013). Con Luca G. Manenti ha curato il volume «Si scopron le tombe» (2018).
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