•   Storia e rievocazioni sul Carso   durata 36 minuti
  • La mostra propone un itinerario espositivo che si snoda tra Gorizia, Udine e Redipuglia - e più avanti tra Trieste e Bruxelles - attraverso le architetture, il segno e la scrittura realizzati in tutto il mondo dall'architetto Paolo Caccia Dominioni di Sillavengo (Nerviano, Milano 1896 - Roma 1992) nel corso della sua intera vita, tracciando implicitamente un inedito ritratto della sua personalità di uomo indifferente ai beni materiali, spartano, preciso, incurante dei pericoli e ironico; oltre che di artista poliedrico dal segno formidabile ed avvincente, sensibile e misurato, interprete originale della modernità, che si distinse anche per l'incredibile capacità di raccontare la guerra attraverso disegni, dipinti e scritti eseguiti spesso quasi in diretta. In tale contesto il video, con le sue inedite testimonianze, propone un affondo esistenziale per avvicinare e conoscere una personalità di livello e dalle frequentazioni internazionali in cui l'equilibrio tra cuore e ragione e la sensibilità di cronista oggettivo della vita attraverso la pittura e la scrittura, rappresentano la cifra fondamentale e la chiave di lettura per apprezzare i libri, dal linguaggio contemporaneo ed essenziale già in epoca dannunziana, e ammirarne i disegni mossi dal vento e le architetture, connotate da una modernità sobria ed elegante, in cui il concetto di forma-funzione era già stato recepito agli esordi, con naturali intuizioni antesignane, dalla sua poliedrica intelligenza. Partecipano a questo racconto a più mani persone di estrazione, cultura e interessi diversi, concordi nel ricordare con nostalgia positiva la sua umanità, la sua arte, la sua signorilità e il suo valore.
  • Londra, 26 aprile 1915. Con i rappresentanti di Gran Bretagna, Francia e Russia, fu firmato un patto segreto in base al quale l'Italia si impegnava a scendere in guerra a fianco dell'Intesa entro un mese. In caso di vittoria l'Italia avrebbe ottenuto il Trentino, l'Altro Adige , fino al Brennero, Trieste, Gorizia, Gradisca, parte dell'Istria e della Dalmazia. Nel maggio dello stesso anno, quando il governo Salandra presentò al governo di Vienna la dichiarazione di guerra, Riccardo Giusto, assieme ai suoi commilitoni, venne mandato sull'Altipiano del Kolovrat. Alle 2 di notte del 24 maggio 1915 l'esercito italiano mosse i primi passi all'interno del territorio austro-ungarico. Riccardo Giusto, assieme alla sua colonna, ebbe il compito di occupare la cima del Monte Natpriciar.   Contenuti speciali
    • la medaglia di Rommel
    • Riccardo Giusto l'errore del nome
    Durata 75 minuti
  • Out of Stock
    Dai Libri parrocchiali, dagli archivi comunali e dalla Reale Commissione d'Inchiesta sulle violenze subite dalle donne emergono centinaia di storie di popolane, lavoratrici per l'esercito, crocerossine, prostitute e Swestern. Un libro prezioso per conoscere le donne in guerra. Dai postriboli "istituzionali" alle "veneri vaganti", dalle portatrice carniche e cadorine alle crocerossine, alla lotta dei parroci per salvaguardare le giovani, all'opera di don Costantini per le donne incinte "dei figli del nemico": un grande affresco delle donne del nord-est.
  • Dopo Le bugie di Caporetto, che ricostruiva lo sfondamento del 24 ottobre, in questo volume si racconta lo scontro tra tedeschi e italiani del 25 e 26 ottobre sui monti a sud di Caporetto, con le testimonianze dei generali e, soprattutto, degli ufficiali subalterni.
  • La storia del monte San Michele, il baluardo meridionale della testa di ponte austro-ungarica di Gorizia, teatro dei più cruenti scontri carsici fino all’agosto 1916, continuò ben oltre il primo dopoguerra e continua ancora oggi. Questa pubblicazione ne illustra l’evoluzione dal punto di vista strutturale ma anche concettuale. Nel corso di un secolo molte e profonde furono le trasformazioni di questo cupo teatro di guerra: dalla costruzione delle cannoniere al progetto del Carso Monumento della guerra Nazionale passando per il contestato Monumento Ossario al Fante italiano fino all’attuale CARSO 2014+. Il lettore potrà seguire un percorso storico che si è sviluppato per fasi alcune delle quali contestuali o in sovrapposizione fra loro quando in alcuni casi in netta opposizione. Il tutto per proporre al pubblico uno strumento utile a comprendere il rinnovamento continuo del monte San Michele verso una Via di Pace che porta alla costruzione di una memoria non passivamente accettata ma realmente condivisa
  • Centinaia di chilometri di strade e mulattiere, plurime trincee, impressionanti gallerie cannoniere, eleganti epigrafi suggeriscono ancora oggi, sul terreno, quanto la val Resia e il territorio circostante siano stati importanti per lo schieramento italiano nella Grande Guerra. Tuttavia, sono i documenti inediti d’archivio, di cui questo libro si avvale, a darci l’esatta cognizione di quello che significò trovarsi per quasi due anni e mezzo dietro la linea del fronte isontino e carnico. Si tratta di uno spaccato che, forse per la prima volta, conduce il lettore nelle viscere dell’organizzazione castrense italiano, consentendo di capirne l’organigramma, l’ampiezza e la complessità. Dalla militarizzazione dell’anteguerra alla crisi del 1914, dal primo balzo offensivo ai cantieri di retrovia, l’analisi dettagliata degli aspetti bellici occorsi in val Resia e valle Uccea prima della ritirata dell’autunno 1917 non ci rende solo una ricostruzione storica di portata locale. Senza dimenticare le testimonianze individuali, questo lavoro chiarisce nel dettaglio con quali premesse fortificatorie e organizzative il Regio Esercito si approcciò alla battaglia di Caporetto, all’altezza di uno dei più delicati confini d’armata, dopo aver bruciato l’occasione iniziale ed essersi forgiato in una guerra di assedio sanguinosa, ma determinante.
  • L'attacco austro-ungarico con il cloro-fosgene del 29 giugno 1916 ha segnato profondamente la memoria collettiva italiana. In pochi minuti morirono 2900 soldati e molti altri nei mesi seguenti. Questo è il libro che ricostruisce la genesi e lo svolgimento dei fatti, con i personaggi e le mappe a colori dei due schieramenti.
  • La guerra fra Italia e Austria vista da entrambe le parti del fronte: dopo cento anni, la prima storia che riunisce in un racconto parallelo le vicende dei due paesi in conflitto.
  • "Sparavamo, sparavamo, sparavamo, senza interruzione" Un artigliere tedesco   "Verdun entrerà nella storia come il mattatoio del mondo" Un autista di ambulanza americano
  • "La maggior parte di coloro che vennero travolti dalla guerra, fossero soldati al fronte o donne mobilitate nelle retrovie, fece la propria parte fino in fondo. Come ciò sia stato possibile, è uno dei quesiti a cui ho tentato di dare una risposta. Perchè, dopo anni di combattimenti e morte e dopo una vittoria così duramente pagata, le emozioni dominanti in Italia siano state non l'orgoglio bensì la disillusione e il senso di fallimento, è un altro".
  • Grado

    15,00
  • Se c'è un interrogativo ancora aperto tra i tanti che la Grande Guerra ci pone, questo è costituito dalla partecipazione al conflitto dei volontari affluiti nelle file dell'esercito italiano. Per questo, alla luce di un quadro di rinnovamento scientifico assai vivace, è giunto il tempo di ritornare, o meglio di cominciare, a indagare sui volontari italiani nella Grande Guerra. Si devono ricordare gli italiani che nel 1914 formarono in Francia la Legione Garibaldina di Peppino Garibaldi, ma soprattutto le migliaia di italiani "irredenti" che con  grande rischio personale scelsero di combattere volontari nelle file dell'esercito italiano e, molto spesso, di partecipare alle azioni più pericolose. Partendo proprio dalle pagine scritte dai fratelli Ius è possibile enucleare alcuni problemi relativi alla condizione dei volontari poco più che adolescenti, Luigi e Mario Ius. Dalla colorita e appassionata descrizione della partenza dei "regnicoli" da Trieste, fino alle idealità patriottiche: "il mio fu un gesto, che fin dall'infanzia agognavo, appunto perchè nacqui be vissi sotto il giogo straniero, perchè conoscevo la nostra storia, perchè amavo la Madre Patria".
  • Vidi la luna rotolare in terra 1944-1945 il diario della deportazione, della prigionia e del ritorno a casa di Marcello Laurenti
  • Il primo anno di guerra della Sassari, la nascita della brigata, i primi terribili assalti sul Carso. Utilizzando le fonti archivistiche e memorialistiche, vengono ricostruiti i combattimenti narrati giorno per giorno dai comandanti e dai soldati, nel delineare quello che appare sempre più un grande momento di epica collettiva. La memoria storica si viene così a integrare con le storie individuali rileggendo le avventure e i personaggi della guerra che ha portato le classi popolari italiane dentro lo Stato. Il volume contiene 1100 nomi di persone.
  • Gorizia 1915 -1918
  • 1915 La guerra del '15 e i friulani
  • Il diario inedito dello studente Giovanni Alessandro Polidoro della brigata Friuli, formata per la gran parte da toscani, rappresenta una preziosa testimonianza non solo degli eventi militari che lo videro protagonista , dalla rotta di Caporetto alla prigionia, ma fornisce anche, con la sua ricca documentazione fotografica, un prezioso e dettagliato affresco domestico della vita famigliare in un piccolo paese di campagna nei primi anni del secolo scorso.
  • Due medaglie d'argento, capelli alla nazzarena, comandante idolatrato dagli alpini friulani in Val Degano entrato nel mito della guerra alpina. Il cesenate Carlo Mazzoli fotografato con i suoi cani è un'icona della guerra di montagna sull'Ortles, ma finora la sua vicenda non era stata raccontata. Essa coinvolge tre popolazioni italiane in guerra: i romagnoli, i friulani e i lombardi.
  • Out of Stock
    A un passo dalla pianura: il confronto tra la strategia italiana e quella austriaca. Vi sono nomi di offensive militari che consegnano alla posterità, come Barbarossa, Overlod o Desert Storm. La Strafexpedition di questo libro è il tentativo imperiale di spezzare in due il fronte italiano; un racconto avvincente della più grande battaglia difensiva combattuta in Italia su un fronte di montagna durante la Grande Guerra.
  • Il forlinese Italo Stegher è uno dei 360 decorati di medaglia d'oro della Grande Guerra. Ha 23 anni, è capitano, comanda una compagnia della brigata Taro; è in altre parole il modello di un giovane borghese, acculturato, patriota, pervaso dal senso di completare l'unità d'Italia. Circondato da austro-ungarici travestiti da italiani durante la Battaglia della Bainsizza nell'agosto 1917, non si arrende e viene ucciso. Questo racconto della sua breve vita e del suo coraggio dà significato al "commemorare" i 100 anni da quella guerra per dare voce ai cittadini che ci hanno proceduto nel processo faticoso dell'acquisizione dei diritti e doveri di cittadinanza.
  • Out of Stock
    Il libro raccoglie lettere e pagine dei diari di militari italian caduti durante la Grande Guerra. Ogni testimonianza è corredata dalle considerazioni dell'autore che ha così modo di presentare i tanti personaggi e di rievocare i momenti tragici da loro vissuti. Rigorosa è la scelta dei testi che danno voce a quanti andarono in guerra e ivi morirono per testimoniare un ideale di patria che si richiamava allo spirito risorgimentale e che si riproponevano di rifondare l'Italia su nuovi valori di civiltà e di convivenza con i popoli d'Europa. Così il volume non è solo un'antologia di lettere e diari, ma diventa un racconto straordinario di quei drammatici quarantun mesi di guerra, costruito con le parole dei caduti; un racconto duro, tragico, ma illuminato sempre da una forte intensità morale. Un'opera a doppia lettura in cui il tema drammatico della morte in combattimento s'intreccia con la lucida accettazione del sacrificio necessario alla testimonianza dei valori più alti. Un'interpretazione della Grande Guerra già controcorrente nelle due edizioni passate, quella del 1934 e l'ultima del 1968, e forse anche oggi, non ossequiente alla retorica celebrativa nè all'antimilitarismo di maniera, ma dettata dalla personale esperienza di combattere dell'autore e dalle sue certezze ideali. I richiami ai valori dell'epopea risorgimentale presenti nelle testimonianze dei caduti non offuscano tuttavia il suo senso critico: quella guerra non fu l'ultima del Risorgimento, ma per chi la visse, e qui l'originalità del pensiero dell'Omodeo, non fu esclusivamente un museo degli orrori "che un soffio di poesia, di speranza, di giustizia, via aveva alitato sopra".
  • A ventitré anni Paola di Colloredo Mels è crocerossina nell'ospedale di Toppo Wasserman dove la madre Costanza era ispettrice udinese della Croce Rossa Italiana. Quando con Caporetto gli ospedali intorno a Udine furono svuotati, rimasero circa 500 malati e feriti intrasportabili, Costanza e Paola decisero di rimanere ad assisterli perché la gran parte dei medici e infermieri erano fuggiti. Portando cibo e medicine, a spese proprie, ai circa 2.000 ricoverati abbandonati nell'ospedale del Seminario nei giorni della ritirata e dell'occupazione, Costanza e Paola salvarono la vita ad alcune centinaia di soldati. Il diario racconta la loro coraggiosa volontà di rimanere a Udine per dare un significato profondo e concreto al proprio senso di responsabilità e di dovere, al di là dell'interesse personale
  • Con questo elaborato intendiamo descrivere un francobollo di storia della parte d’Italia che si trova all’estremo nord dell’Adriatico, quasi sconosciuto al resto d’Italia. Parleremo di un grande cantiere navale, di un genio progettista di sommergibili, di una popolazione poco nota, ma estrememente responsabile ed operosa, di una Regia Marina intelligente e lungimirante. E’ quindi indispensabile ricostruire, seppur in maniera sintetica, alcuni capitoli della nostra Storia e della storia del battello subacqueo per rendere comprensibile e logico quanto seguirà.
  • Il libro fa rivivere i 442 giorni di assedio che portarono alla conquista di Gorizia da parte dell’Esercito Italiano. Una meticolosa ricerca delle rare fonti disponibili (diari privati, articoli di giornale, documenti ufficiali) ha permesso di ricostruire una cronistoria quotidiana del primo grande assedio subito da una città europea nell’epoca moderna. Il violentissimo scontro che portò alla presa della città viene visto non tanto dalla parte dei combattenti, quanto da quella dei civili che rimasero imprigionati, per scelta o necessità, in una città che veniva giorno dopo giorno rasa al suolo. Furono i goriziani a sperimentare per primi alcuni degli orrori che diventeranno tanto comuni nei conflitti seguenti come i bombardamenti aerei, l’attacco indiscriminato a obbiettivi civili, gli esodi di massa e i campi d’internamento. La storia dell’assedio di Gorizia è stata però per quasi un secolo un argomento quasi dimenticato dalla storiografia ufficiale forse prigioniera di stereotipi irredentistici o nostalgici tanto forti quanto parziali. Questo volume pubblicato nel centenario della fine dell’assedio permette di riempire questa lacuna nella nostra memoria comune.
  • La sorpresa strategica di Gorizia La storiografia non può prescindere dall'opera del Bencivenga - a quel tempo era a capo dell'Ufficio Operazioni del Comando Supremo - e che fu l'unico generale a subire il confino durante il fascismo. è il volume che riguarda il 1916: la Strafexpedition e la presa di Gorizia, ma anche i massacri di Verdun e delle battaglie dell'Isonzo. Uno dei libri fondamentali per interpretare gli avvenimenti militari di un anno cruciale per gli eserciti dell'Intesa.
  • Sui campi delle dodici battaglie
  • La Patria e i suoi eroi
  • Sentieri di Pace sul Carso della Grande Guerra
  • Il Cippo della Trincea delle Frasche - Un monumento per Filippo Corridoni
  • La Stazione di Redipuglia di Roberto Narducci
  • Sloveni di confine
  • Che il bambino Gesù faccia che presto cessi la guerra..
  • Stasera andremo in fuoco iddio me guardi
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