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    I disegni a colori che Achille Beltrame realizza per la Domenica del Corriere, dall'attentato di Sarajevo all'entrata italiana in guerra, tra arte e cronaca, fanno conoscere i diversi fronti, le armi e gli eserciti che si confrontano nel nuovo grande conflitto in corso alla gente comune, e diventano un grande affresco bellico e insieme un momento importante nel dibattito tra neutralismo e interventismo, che si sviluppa in Italia prima della dichiarazione di guerra all'Austria-Ungheria.
    Enrico Folisi, docente presso l'Università di Udine, storico, sceneggiatore e regista, ha al suo attivo decine di pubblicazioni e di documentari per la didattica e la divulgazione della storia e di allestimenti di mostre.
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    Le tavole di Beltrame “sono” la guerra. Il geniale, disegnatore vicentino, diplomato all’Accademia di Brera, con Luigi Alberini inventa un modello di comunicazione visiva destinato a costruire l’immaginario collettivo della guerra. Gianni Oliva decodifica i sistemi del racconto, la coralità, i simboli della patria, la rimozione delle sconfitte e i combattimenti. Il libro è la maggiore raccolta a colori della Domenica del Corriere.
    Gianni Oliva è uno dei maggiori storici italiani e quasi tutti i suoi libri sono pubblicati da Mondatori.
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    Il monte Sabotino, bastione settentrionale della testa di ponte austro-ungarica di Gorizia, rappresentò fin dall’inizio della guerra italo-austriaca un punto chiave del fronte dell’Isonzo. Straordinaria fortezza nella pietra, questo rilievo mostra ancor oggi pregevoli testimonianze dell’ars fortificatoria praticata prima dai reparti tecnici austro-ungarici e, dopo l’agosto 1916, da quelli italiani che lo trasformarono in un vero e proprio baluardo sotterraneo. Questo volume della collana “Archeologia di guerra” propone al pubblico uno strumento per comprendere l’affascinante metamorfosi di un Monte che per i suoi trascorsi bellici entrò nel mito collettivo della Grande Guerra, fu dichiarato Zona Monumentale nel 1922, attraversò il secondo conflitto mondiale, le vicissitudini del nuovo confine tra due mondi, la Guerra Fredda e la caduta della Cortina di Ferro, per trasformarsi in un museo all’aperto a vocazione transfrontaliera. Il Sabotino: 609 metri di roccia, scrigno eterno di guerre, di ferite, di cicatrici, di ricordi, di memorie, di ritorni dal passato fino a noi, oggi.
    Marco Mantini (Gorizia, 1966) collabora con diversi enti e associazioni italiane e slovene nell’ambito della ricerca storica e del recupero della memoria materiale del Primo conflitto mondiale sul fronte isontino. Nel campo editoriale partecipa con diversi autori alla realizzazione di guide storico-escursionistiche e saggi storici. Per l’editore Gaspari ha pubblicato: Da Tolmino a Caporetto. I percorsi della Grande Guerra tra Italia e Slovenia (I, II ed.); Viaggiare nella storia. Dall’Adriatico al passo di Monte Croce Carnico; Il racconto dei segni della Grande Guerra La Zona Monumentale del Monte San Michele. Da teatro di guerra a paesaggio della memoria ; con P. Gaspari e P. Pozzato: Generali nella nebbia. Le 36 ore di battaglia della 43a Divisione, da Monte Nero al ponte di Caporetto ; con S. Stok: I TRACCIATI DELLE TRINCEE SUL FRONTE DELL’ISONZO - Vol.3, parte 2a II e III.
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    La mobilitazione della società civile durante la Grande Guerra fu essenzialmente mobilitazione delle donne. Rappresentò la più grande prova di partecipazione popolare e coesione civile superata dagli italiani nella loro storia. In quella guerra vinsero infatti i popoli che riuscirono a essere più coesi e partecipi delle imprese dei soldati al fronte. La popolazione italiana, ultima arrivata tra le democrazie europee, diede prova di una capacità operativa che molto spesso supplì alle carenze organizzative dello Stato, ad esempio nella tutela e assistenza dei minori e nei cibi caldi sulla linea del fuoco. Le donne uscirono dalle case e dai ruoli domestici ed entrarono in massa nella vita economica e sociale. Il protagonismo femminile ebbe un’accelerazione e una diffusione che pervase tutte le classi sociali del Nord come del Sud. Non solo madrine di guerra e intellettuali appartenenti alle élites, ma anche donne della piccola borghesia e delle classi popolari: maestre, madri di famiglia per l’assistenza ai figli dei richiamati, donne reclutate per i lavori militari al fronte o nelle città nei laboratori di recupero tessuti, nell’Opera scaldarancio, lana, tutela delle minorenni, ecc., e poi le attrici, le spie, le dottoresse. Una storia che mancava nella storiografia della guerra che, tra l’altro, fu vissuta come la conclusione dell’unità d’Italia.
    Paolo Gaspari: storico, da diversi anni si occupa di storia militare, fondatore dell'omonima casa editrice di Udine.
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    In guerra le donne erano sempre state solo vittime. Nella Grande Guerra le donne furono indispensabili alla vittoria di quella che era considerata l’ultima delle guerra per l’unità nazionale. Il racconto delle crocerossine e delle dottoresse si svolge nel momento culminante del protagonismo femminile che aprì la via all’inserimento delle donne nella vita dello Stato ed è testimoniato dal loro eroismo: 54 medaglie d’argento e 190 di bronzo e una trentina di croci al merito. Ma questo ingresso delle donne nell’istituzioni ancor oggi non figura nei manuali scolastici a testimonianza di una storiografia che non ha saputo riannodare la popolazione con la sua storia.
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    Un volume riccamente illustrato sul protagonismo e sulla genesi dell’emancipazione femminile. La guerra accelerò il processo di inserimento delle donne negli uffici e nelle fabbriche, specializzandole in molte professioni. Suore, nobildonne, ragazze e madri, operaie e impiegate di tutte le regioni lavorarono con sacrificio in una guerra che non era più solo d’eserciti, ma di popolo. La guerra che diede il senso d’identità agli italiani. L’unico volume che racconta con centinaia di immagini e foto la guerra delle donne che entrarono in massa finalmente nella vita sociale ed economica dello Stato.
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    L’Italia in Treno Vol. 2

    29,00 27,55
    I 150 anni delle ferrovie italiane raccontati dai grandi illustratori Achille Beltrame, Walter Molino, Vittorio Pisani, Rino Ferrari, Aldo Raimondi e Ugo Matania. Un’affascinante storia anche per gli aspetti tecnici e ingegneristici del decollo industriale italiano e della vita sociale legata al treno. Guido Magenta ci regala ancora un viaggio nell’epoca “gloriosa” dei primi anni della ferrovia italiana, attraverso le immagini ed i disegni che hanno immortalato le ferrovie e che ne hanno alimentato l’immagine del progresso che rappresentavano allora e, che ancora oggi, interpretano.
    Guido Magenta, ingegnere meccanico specializzato in trasporti, si è dedicato agli aspetti storici e tecnici dei trasporti su rotaia. Svolge attività di divulgazione di cultura ferroviaria con conferenze pubbliche, interventi didattici nelle scuole e lezioni universitarie al Politecnico di Milano.
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    L’Italia in Treno Vol.1

    29,00 27,55
    150 anni delle ferrovie italiane raccontati dai grandi illustratori Achille Beltrame, Walter Molino, Vittorio Pisani, Rino Ferrari, Aldo Raimondi e Ugo Matania. Un'affascinante storia anche per gli aspetti tecnici e ingegneristici del decollo industriale italiano e della vita sociale legata al treno. La ferrovia ha segnato in profondità la storia d'Italia ed è stata un elemento fondamentale nella costruzione dell'identità nazionale. Fattore di progresso non solo tecnologico ma anche economico e sociale, il treno ha costruito legami, ha messo in comunicazione genti, paesi e città ed ha rappresentato, in molte zone del Paese, la prima concreta presenza dello Stato Italiano. I treni, le stazioni, gli infiniti binari che venivano srotolati in ogni angolo della penisola, le ardite opere d'ingegneria sono stati i simboli audaci della forza di un popolo che lavorava alla costruzione di quell'identità nazionale necessaria per affrontare le sfide della modernità. (dalla Prefazione di Mauro Moretti)
    Guido Magenta, ingegnere meccanico specializzato in trasporti, si è dedicato agli aspetti storici e tecnici dei trasporti su rotaia. Svolge attività di divulgazione di cultura ferroviaria con conferenze pubbliche, interventi didattici nelle scuole e lezioni universitarie al Politecnico di Milano.
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    Generali Italiani – Vol. 2

    39,00 37,05

    Bestseller di IBS 2° posto nella classifica categoria Dizionari biografici, Enciclopedie e Opere di Consultazione

    Il volume conclusivo delle biografie degli oltre 600 generali della prima guerra mondiale, con la foto e la bibliografia di ciascuno, copre una profonda lacuna della storiografia italiana.
    Paolo Gaspari, autore di decine di volumi di storia militare, tra cui Le bugie di Caporetto (20182). Paolo Pozzato, tra i maggiori storici militari, autore di Vittorio Veneto, luci e ombre di una vittoria (2019). Ferdinando Scala, esperto di comunicazione, autore de Il generale Armando Tallarigo (2018).
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    Generali Italiani – Vol. 1

    18,00 17,10
    Tra le classi dirigenti italiane quella dei capi militari è stata tra le più vituperate. I pregiudizi che banalizzano i punti nodali della storia hanno finora alimentato una sostanziale ignoranza storiografica sui generali della guerra vinta. Il momento più tragico della vita dei cittadini è quando lo Stato chiede loro di combattere in guerra. In quel momento il ruolo di comando e spesso il destino della patria passa a un’élite appositamente addestrata, ai capi militari. Forse sono due le questioni che trovano d’accordo tutti gli italiani, una di esse è che i generali italiani furono degli incapaci. Mentre i fanti pagarono per i loro errori. Il libro sfata questa leggenda nell’unica delle guerre d’indipendenza nazionale vinta dagli italiani sui campi di battaglia e, attraverso il Milite Ignoto, fondativa del senso di patria e di comune identità. Il primo volume delle biografie degli oltre 600 generali della 1a guerra mondiale. Il libro che avrebbe dovuto essere pubblicato mezzo secolo fa.
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    Stanista Terskaja

    14,00 13,30
    Con i paradossi di cui è piena la storia, spesso proprio nei suoi momenti più tragici, gli "occupanti" cosacchi furono quelli, alla fine, che pagarono il prezzo più alto: in termini di vite umane, di sradicamento, di perdita della propria identità, proprietà, tradizione. Non vennero trattati, come sarebbe stato più giusto, come truppe di occupazione sconfitte, come esercito in ritirata e fatto prigioniero, come responsabili di violenze e di crimini commessi con la giustificazione e la scusa della guerra. Ma vennero, tutti senza distinzione, consegnati alla vendetta di Stalin, militari e civili, capi militari e famiglie operose, assassini e contadini.
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    Gabriele D’Annunzio intese farsi portavoce di «un’altra Italia». Giovinezza, arditismo, Grande guerra e terre irredente: il libro arriva a risultati originali in grado di cambiare le tinte di un quadro di cui si presumeva di sapere ormai tutto. Emerge invece il ruolo giocato nell'impresa dalla massoneria. Un contributo per capire i risvolti del più famoso laboratorio politico e culturale del Novecento.
    Luca G. Manenti, ricercatore presso l'Irsrec FVG, dottore di ricerca e cultore della materia in storia contemporanea all'Università degli Studi di Trieste, si occupa di massoneria, risorgimento e nazionalismo. Ha curato volumi, pubblicato saggi e le monografie Massoneria e irredentismo (2015), Da Costantinopoli a Trieste (2015), Storia del Sanatorio Triestino (2017) e, a quattro mani, «Si soffre ma si tace» (2020). Con Fabio Todero ha curato il volume «Si scopron le tombe» (2018). Fabio Todero, insegnante, dottore di ricerca in italianistica, ricercatore presso l'Irsrec FVG, è autore di numerosi saggi e monografie, tra cui Pagine della Grande guerra (1999), Le metamorfosi della memoria (2002), Morire per la patria. I volontari del Litorale austriaco nella Grande Guerra (2005), Una violenta bufera. Trieste 1914 (2013). Con Luca G. Manenti ha curato il volume «Si scopron le tombe» (2018).
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    L’Altra Caporetto

    18,00 17,10
    Corrado Stajano ha recensito "L'altra Caporetto" sulle pagine culturali del Corriere della Sera. Clicca qui per leggere la recensione. Come la sceneggiatura di un film, il libro narra l’avventura di alcune suore rimaste sole, con 300 donne pazze e un gruppo di orfanelle, sotto i bombardamenti nella linea del fronte, e profughe nei paesi invasi, dopo Caporetto. L’epica femminile delle donne in guerra attraverso la narrazione di una suora e delle sue consorelle nel Veneto e nel Friuli invaso.
    Albarosa Ines Bassani, delle suore Dorotee di Vicenza, è una delle prime due donne, nella storia delle Chiesa, nominata Consultore Storico per le Cause dei Santi, e fino ad oggi è l'unica suora membro dell’Accademia Olimpica di Vicenza, la più antica Accademia d’Italia (sorta nel 1555). Ha pubblicato vari studi di storia contemporanea religiosa, sociale ed economica, veneta.
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    Cime Tempestose

    18,00 17,10
    Le sorelle Grassi, Annina e Angelina, tra amori impossibili e imprese alpine epiche, rappresentano una peculiarità nella storia dell’alpinismo italiano. I contatti con Giovanni Marinelli, Egidio Feruglio, Ardito Desio, Lodovico di Caporiacco e altri grandi alpinisti dei loro tempi ci svelano una montagna fatta di emancipazione e di potenti contrasti ideologici che si rarefanno nel silenzio dell’altitudine.
    Bianca Agarinis Magrini si è dedicata per diversi anni con impegno e passione al riordino dell’archivio familiare Lupieri-Magrini. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: L’organo di Luint, 1848 (1999); Caro Amico Pregiatissimo (2000); Celestino Suzzi. Una biografia scomoda (2001); Lorenzo Luigi Linussio. Le confessioni di un naturalista incompreso (2004); Il delitto Pertan (2010); Giovanni Battista Lupieri. Memorie storiche e biografiche. (2010); Giovanni Battista Lupieri. Cronache sulla Carnia, l’Italia, il mondo 1420-1870 (2012); Un bambino e la guerra (2014).
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    Eroi Senza Vittoria

    16,00 15,20
    Il romanzo narra le vicende accadute alla 63a Divisione del Regio Esercito italiano e a un manipolo di uomini appena fuggiti dalla fortezza di monte Festa durante la ritirata di Caporetto. Le vicende, pur mantenendo una visione corale, sono incentrate su due figure principali: il giovane tenente Michelangelo Torretta e il capitano di complemento Riccardo Noël Winderling che è deciso a riunirsi all’esercito italiano assieme ai suoi uomini dopo la rocambolesca fuga dal forte. Uomini che non hanno paura di affrontare le avversità della Storia anche fino allo stremo delle loro forze.
    Emanuele Facchin, lavora nel campo della comunicazione e della promozione culturale. Questo è il suo terzo romanzo.
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    Pochi conoscono le avventure degli italiani paracadutati o arrivati via mare nelle terre invase del Friuli e del Veneto per svolgere l’attività spionistica. Romiati, Tandura, i fratelli Carli, De Carlo, Lorenzetti, d’Attimis, di Montegnacco, Barnaba e una decina d’altri informatori che a costo della vita permisero agli Stati Maggiori di avere precise informazioni grazie alle quali l’Italia vinse la Prima guerra mondiale.
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    La guida ripercorre le tappe della rinascita della Via d'Allemagna e della sua parte friulana, la Via del Tagliamento, una tra le più importanti e antiche vie europee di pellegrinaggio. Oggi viene percorsa ancora a piedi, da un numero sempre maggiore di persone. Il testo presenta anche il complesso storico-architettonico dell'Hospitale di San Tomaso di Majano, fondato dai Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme nel 1199 e la sua storia locale ed internazionale, inseguendo le sue radici fino a Gerusalemme e al cuore della Persia, per poi risalire, cercando le sue ramificazioni in Friuli e sulla rete europea degli ospitali e dei cammini medievali. La guida è arricchita con 30 mappe delle vie storiche e attuali e oltre 100 fotografie dell'Hospitale e dei cammini del Tagliamento, ma anche di quelli verso Roma, Santiago e Gerusalemme.
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    Ventiquattro itinerari storico-escursionistici sui luoghi più controversi del fronte isontino durante il primo conflitto mondiale. Monte Nero, Monte Rosso, Mrzli vrh, Monte Rombon, la dorsale del Kolovrat, le retrovie italiane, quelle austriache e la testa di ponte di Tolmino sono inseriti in percorsi di varia difficoltà che portano il visitatore tra trincee e posizioni che videro ventinove mesi di scontri cruenti culminare drammaticamente nella battaglia che prese il nome da un piccolo paese di montagna: Caporetto.
    Marco Mantini (Gorizia, 1966) collabora con diversi enti e associazioni italiane e slovene nell’ambito della ricerca storica e del recupero della memoria materiale del Primo conflitto mondiale sul fronte isontino. Nel campo editoriale partecipa con diversi autori alla realizzazione di guide storico-escursionistiche e saggi storici. Per la Gaspari ha pubblicato: Da Tolmino a Caporetto. I percorsi della Grande Guerra tra Italia e Slovenia (I, II ed.); Viaggiare nella storia. Dall’Adriatico al passo di Monte Croce Carnico; Il racconto dei segni della Grande Guerra; La Zona Monumentale del Monte San Michele; La Zona Monumentale del Monte Sabotino; con S. Stok: I tracciati delle trincee sul fronte dell’Isonzo II e III.
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    Il Terremoto in Friuli

    14,50 13,78
    Il 6 maggio 1976 una forte scossa di terremoto provocò morte e distruzione nel Friuli ancora parzialmente immerso nella civiltà contadina. Il sisma cambiò le vite di chi c’era e di chi non c’era: quell’evento segnò un solco nella storia, tracciò un confine netto tra il prima e il dopo. Rileggere oggi le cronache di allora, mentre un altro terremoto come la pandemia sta nuovamente cambiando le nostre vite, significa ripercorrere quel solco per non dimenticare e per continuare a progettare mondi diversi. Quell’esperienza insegna a guardare avanti senza cancellare le tracce del passato, insegna a ripensare il futuro, ad ascoltare le comunità, a ricevere e a restituire la solidarietà, a cogliere l’anima dei luoghi.
    Giacomina Pellizzari nata a Tolmezzo, laureata in Conservazione dei Beni Culturali, giornalista professionista, lavora al Messaggero Veneto.
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    Vita di Guerra

    18,00 17,10
    Ettore Viola, figlio di contadini della Lunigiana, fu il fante più decorato della guerra. Le sue imprese hanno il sapore dell’epica omerica, tanto più lo furono quelle da civile: Presidente dell’Associazione Nazionale degli ex combattenti in opposizione al fascismo, rimase alla Camera a contrastare il regime fino al novembre 1926. Un grande italiano pervaso di etica civile e onesta.  
    Ettore Viola (Villafranca Lunigiana 1894-Roma 1986), figlio di contadini, si rese protagonista di una serie martellante di episodi di valore a Monfalcone nel 1915 che determinarono il suo passaggio a sottotenente per merito di guerra. Nella primavera 1916, in meno di 60 giorni ebbe due medaglie d'argento e la promozione a tenente per merito di guerra. Da capitano del VI Reparto d'assalto sul Grappa a Ca' Tasson ebbe - unico fante nella guerra - la Medaglia d'Oro e la Croce di Cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia, in quanto giunto con soli tre uomini nelle trincee nemiche, prese il comando di altre truppe rimaste senza ufficiali e respinse ben undici contrattacchi austriaci. Eletto presidente dell'Associazione degli ex combattenti ad Assisi si oppose all'adesione al partito fascista e all'appoggio del governo. Rimase all'opposizione alla Camera dal novembre 1924 al novembre 1926 - a difendere strenuamente la libertà e la centralità del Parlamento. Espatriato in Cile, svolse opera antifascista durante la guerra. Rientrato in Italia nel 1944 rimarrà in carica come presidente dell'Associazione Nazionale Combattenti fino al 1958. Deputato nel 1948 combatté coraggiosamente contro la corruzione e il conflitto d'interessi di alcuni ministri del governo De Gasperi, venendo anche malmenato in aula. Arrivò perfino ad autoaccusarsi per ottenere una Commissione d'inchiesta e diede fondo a tutti i risparmi del lavoro in sudamerica. Seguendo il suo codice d'onore, le battaglie civili di Viola furono superiori alle sue imprese militari. Eccezionalmente fu consentito di seppellirlo al Sacrario militare del Monte Grappa - in territorio di Crespano - teatro delle sue imprese militari giovanili. Viola fu uno dei veri esponenti di "un'aristocrazia del valore" e ha indicato con l'esempio il rigore etico in quella vita quotidiana dove tutti noi siamo cittadini uguali e liberi. Vi sono pochi uomini che possono vantare coraggio in battaglia e grandi imprese nella vita civile. Quando se ne trova uno, nella storia d'Italia è utile che gli altri cittadini siano messi nella condizione di assaporarne le avventure.
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    La storia degli arditi che per l’80% provenivano dai ceti più umili delle campagne è uno dei pochi momenti della storia in cui “gli umili” vi entrano con i loro nomi e luoghi di nascita. Entrano come attori storici al pari di quelli delle classi che avevano monopolizzato il romanzo nazionale. Non conoscere le situazioni estreme e i sacrifici incredibili che questi ventenni superarono è stato finora una mancanza della storiografia italiana che li ha accomunati a protofascisti, quando invece, anni dopo, solo un’esigua minoranza aderì al fascismo e anzi molti divennero famosi antifascisti, come Ettore Viola che fu presidente dell’Associazione nazionale ex combattenti e partecipò all’Aventino rischiando la vita e altri ancora tra cui Sebastiano Ponzio di San Sebastiano, Leonida Répaci, Ottone Rosai e Angelo Giuseppe Zancanaro, per citare solo i più famosi, a sfatare il pregiudizio che vuole gli arditi precursori del fascismo semplicemente perché il regime li utilizzò per la sua ideologia totalitaria. Questo è il quarto volume dei sette previsti della Storia illustrata degli arditi. Volumi usciti: La battaglia dei Capitani, Udine 28 ottobre 1917  (2014); I combattimenti degli arditi sul Piave nel giugno 1918  (2018); La Champagne italiana. Arditi e Curzio Malaparte in Francia nel 1918  (2019); di prossima pubblicazione: La grande battaglia dell’ultimo inverno. Arditi e brigata Sassari nella battaglia dei Tre Monti il 28-31 gennaio 1918.
    Filippo Cappellano: ha frequentato il 165° corso dell’Accademia Militare. Ha operato a lungo in unità corazzate del V Corpo d'Armata di stanza in Friuli. Attualmente presta servizio presso l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito. Ha conseguito due lauree in Scienze politiche e in Scienze Strategiche. Collabora con varie riviste specializzate tra cui “Storia Militare”, “Rivista Militare”, “Rassegna dell’Esercito”, “Tecnologia e Difesa”, “Raids”, “Panorama Difesa”, “Corazzati”, "Storia e battaglie". Basilio di Martino: Generale dell'areonautica, è uno dei maggiori storici militari italiani, con F. Cappellano è autore de "I reparti d'assalto italiani nella grande guerra (2011, 2017). Per la Gaspari ha pubblicato "L'aviazione italiana a Caporetto" (2015), con F. Cappellano e A.Gionfrida "Un esercito forgiato nelle trincee, l'evoluzione tattica dell'esercito italiano nella grande guerra" (2008). PAOLO GASPARI: in più di vent’anni di ricerche ha portato alla luce i 16.000 memoriali degli ufficiali fornendo una rilettura innovativa di Caporetto e delle battaglie della ritirata. Storico della Grande Guerra conta al suo attivo numerose pubblicazioni, pubblicate dall'omonima casa editrice di Udine di cui è fondatore
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    Attraverso gli accurati servizi giornalistici e fotografici dell’epoca sono messi in luce tutti gli aspetti del viaggio del Milite Ignoto dalla Basilica di Aquileia all’Altare della Patria, che sancisce la nascita della Patria condivisa, e della Marcia su Roma degli squadristi fascisti che determina la fine della legalità e di fatto la morte dello Stato liberale e dell’età giolittiana.
    Enrico Folisi: storico dell’età contemporanea (Università di Udine) e documentarista, ha al suo attivo la realizzazione di decine di pubblicazioni e di documentari per la didattica e la divulgazione della storia. ha inoltre allestito numerose mostre di carattere storico. Tra le sue pubblicazioni per la Gaspari ricordiamo: La Domenica del Corriere nella Guerra di Libia 1911-1913. Alpini in Libia (2013); La Domenica del Corriere alla Grande Guerra degli Altri (2015); 1914. La Guerra degli Altri e i Friulani (2015) 1915. La Guerra del ’15 e i Friulani (2016); Fotoreporter in Trincea (2017); Fotoreporter della Vittoria (2018); Caporetto, Schegge d’Autore (2018); Liberati dalla Guerra. la pace e la rinascita del Friuli (1918-1919) (2018); Genesi del Monumento alla Resistenza nelle parole di Gino Valle architetto in Udine (2019); D’Annunzio il Comandante e Fiume (2019); I Campi della Morte (2020) e La Spagnola (2020).
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    Introduzione di Paolo Rumiz Questo nuovo libro sul complesso tema dell’identità e dell’esperienza della guerra vissuta dai sudditi del Litorale Austriaco è un racconto anche per immagini della nuova guerra che vide l’ultimo scontro di cavalleria della storia. Essa generò quasi contemporaneamente i primi assi dell’aviazione e della guerra sottomarina mentre a terra si riscoprivano le corazze, le mazze ferrate, le bombarde e la vita nel fango delle caverne. Gli ultimi italiani d’Austria conobbero l’ingiustificata diffidenza dei comandi militari, il disprezzo e talvolta l’offesa diretta dei loro stessi comandanti. Tutto il contrario di quanto era espresso dalle leggi asburgiche; lo stesso imperatore dovette intervenire per raddrizzare un torto o per rimediare a un palese errore. Il volume contiene anche un breve studio sui soldati ebrei del reggimento 97°.
    Roberto Todero ricercatore storico della prima guerra mondiale, esperto di uniformologia e storia asburgica, ha organizzato mostre in Italia e all’estero: Trieste, guarnigione della belle époque 1883 - 1914; Balcani - Galizia 100 anni, scena prima e la mostra quinquennale Uno sguardo dal Litorale 1914 - 1918. Per i suoi studi gli è stata conferita la Ehrenkreuz da parte della Croce Nera d’Austria. Tra i suoi libri con la Gaspari: KAPPENABZEICHEN distintivi da berretto austroungarici (2003) DALLA GALIZIA ALL'ISONZO STORIA E STORIE DEI SOLDATI TRIESTINI NELLA GRANDE GUERRA (2006); IL RACCONTO DELLE CARTOLINE IMPERIAL REGIE (2012), I FANTI DEL LITORALE AUSTRIACO SUL FRONTE ORIENTALE 1914-1918 (2014), CANI E SOLDATI NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE (2011).
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    Il Porto Sepolto

    10,00 9,50
    La nuova pubblicazione della raccolta Il Porto Sepolto nell’edizione di Udine del dicembre 1916, allora stampata presso lo Stabilimento Tipografico Friulano, a cento anni dalla sua comparsa, oggi con la traduzione in lingua friulana ad opera di Luca De Clara, è innanzitutto un omaggio a Giuseppe Ungaretti, alla rilevanza del suo libro, all’importanza delle 32 poesie, per lo più brevi, scritte su piccoli foglietti di carta durante i momenti di pausa dai combattimenti ed edite con la guerra ancora in corso, destinate a dare nuovo indirizzo alla poesia italiana contemporanea.
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    Il Generale nel Labirinto

    16,00 15,20
    Quali erano i rapporti tra i generali in carriera? Quali erano le informazioni che presagivano l’offensiva? Quali erano le differenze d’armamento? Sono solo alcune delle questioni che questo brillante libro dipana con arguzia e senso della storia e del racconto. Un libro anche per un pubblico di non specialisti che risponde alla curiosità per la più famosa delle battaglie della storia contemporanea.
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    Le Case del Soldato

    16,00 15,20
    Le Case del soldato furono istituite sia al fronte, sia in tutta Italia con il contributo determinante dei cappellani militari e preti-soldato e, nel paese, del laicato cattolico. Crebbero costantemente nel numero e nella qualità e quantità dei servizi offerti ai combattenti. Lo scopo di questa grande convergenza di sforzi, cui parteciparono anche organizzazioni straniere, fu la gestione del tempo libero dei soldati, per riaffermare i valori religiosi e patriottici in un ambiente “sicuro”, che tenesse i combattenti al riparo da alcool, sesso e socialismo, cercando di evitare che la stanchezza e l’orrore del massacro potesse condurli al rifiuto della guerra
    Irene Guerrini e Marco Pluviano studiano da decenni la storia della prima metà del Novecento, pubblicando volumi e saggi e partecipando a convegni in Italia e all’estero. Si sono occupati in particolare sia dell’organizzazione del consenso attraverso l’intervento sul tempo libero degli italiani, sia della giustizia militare durante la Grande Guerra. Per Gaspari hanno pubblicato recentemente Fucilati senza processo. Il Memoriale Tommasi sulle esecuzioni sommarie nella Grande Guerra (2019).
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    Villa Giusti

    15,00 14,25
    Italia, Francia, Inghilterra e Stati Uniti hanno vinto il primo conflitto mondiale, ma l’Italia ha il merito esclusivo di avere posto fine a un conflitto che, secondo le previsioni degli stessi Alleati, sarebbe durata fino alla primavera 1919. La battaglia di Vittorio Veneto fu decisiva non solo per lo sfondamento sul Piave, ma soprattutto per l’inseguimento con cavalleria, bersaglieri, autoblindo e aerei che aveva portato alla distruzione dell’esercito imperiale e all’impossibilità per la Germania di continuare la guerra. Il disconoscimento storiografico del contributo italiano alla vittoria dell’Intesa, prima che l’esercito americano fosse pronto, iniziò già nel 1918, ed è continuato fino ad oggi. Raccontando le trattative per l’armistizio, dalla presentazione del plenipotenziario austriaco alle linee di Val Lagarina, alla sottoscrizione del testo approvato dalle forze dell’Intesa e degli Stati Uniti con le clausole militari e navali, questo libro apre una rilettura della guerra che sancì la nascita dell’Europa delle nazioni.
    Lorenzo Cadeddu colonnello della riserva, è insignito dell’onorificenza di Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana e della Croce d’Onore dalla Croce Nera d’Austria. È presidente del Centro Studi storico-militari sulla Grande Guerra “Piero Pieri” di Vittorio Veneto. Tra i suoi ultimi libri: Lo spionaggio italiano nel 1918 (2019); La brigata Sassari a Monte Zebio (2018); Guida illustrata al campo di battaglia del Piave da Ponte di Piave al mare (2018) e Alla ricerca del milite ignoto. Aquileia, Redipuglia, Altare della patria, i luoghi della memoria e dell’identità italiana (2018).
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    Un libro unico nell’editoria europea: il racconto delle battaglie terrestri e navali della Grande Guerra, in Europa, Africa e Asia, con le piantine a colori degli schieramenti.
    Marco Cimmino è uno storico militare specializzato nello studio della Grande Guerra; membro della Società Italiana di Storia Militare e della società del Museo della Guerra di Rovereto. Tra i suoi lavori più recenti, ha curato i saggi La conquista dell’Adamello (2009); Abbiamo vinto l’Austria-Ungheria (2011); La conquista del Sabotino (finalista al premio Acqui Storia 2013) e Fanteria all’attacco a Caporetto (2013).
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    Povera Patria

    16,50 15,68
    I fanti ignoranti e gli ufficiali inferiori portati al macello da arroganti ufficiali superiori è un pregiudizio che non ha riscontro nella storia. Il libro analizza, attraverso documentazione d'archivio, numerosi processi militari, in cui gli imputati ebbero modo di dimostrare la propria innocenza attraverso le testimonianze di commilitoni e ufficiali superiori venendo così scagionati da accuse spesso pretestuose.
    Paolo Gubinelli, nato a Macerata, vive e lavora ad Ancona come procuratore della repubblica contro la criminalità organizzata, è autore di vari studi e per la Gaspari ha pubblicato Sparate dritto al cuore. La decimazione di Santa Maria la Longa e quella inglese a Etaples (2014); con G. Dalle Fusine e P. Snichelotto, Morire di Paura. Shell shock e le fucilazioni di San Vito di Leguzzano, la giustizia militare inglese e italiana a confronto (2017); Vite parallele. Il generale Graziani e Piero Calamandrei (2020).
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    Corrado Ricci, direttore generale nel Ministero della Pubblica Istruzione e presidente dell’Istituto di archeologia di Roma, ebbe una corrispondenza con i personaggi incaricati di tutelare il patrimonio archeologico della metropoli dell’impero romano. L’opera di propaganda ideologica della mistica cristiano-massonica nazionalista vide Gabriele D’Annunzio e Ugo Ojetti, letterati di regime, assieme a Celso Costantini, esperto d’arte sacra e futuro cardinale in Cina, elaborare la nuova mistica del sistema della Vittoria italiana sugli imperiali.
    Giorgio Milocco, giornalista pubblicista, è autore di oltre una trentina di pubblicazioni riguardanti il Friuli “Imperiale”. Per la Gaspari ha pubblicato: “Fratelli d’Italia”. Gli internamenti degli italiani nelle Terre liberate durante la grande guerra (2010); Il regime penale nella Grande Guerra. Il diario del colonnello Mocali, presidente del tribunale militare di Cervignano (2019) (Prefazione di Alberto Monticone); con C. Tincani, Domenico Rizzatti Cronache di guerra e prigionia  (2021).
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    La Battaglia dei Tre Monti ha questa caratteristica: con essa la brigata Sassari entrò nel mito perché fu la prima battaglia offensiva vinta dopo Caporetto e quella in cui gli arditi fecero il loro ingresso nella storia. Questo volume narra ciò che fecero gli 8.000 sardi, i 3.500 arditi, i 2.000 alpini e i 5.000 bersaglieri. Fu infatti una battaglia combattuta sull’Altipiano di Asiago da tutte le truppe d’assalto che la 1a armata aveva a disposizione: per tre giorni, in pieno inverno, oltre i 1.200 metri di quota, nella neve, per impedire che il nemico prendesse alla spalle l’esercito schierato sul Piave e sul Grappa.
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    La Grande Guerra fu dichiarata con il proposito di “liberare” dal giogo degli Asburgo gli italiani “irredenti”, intendendo con questo termine quelli che vivevano ancora nelle terre “occupate”. Quando nel 1921 si trattò di far scegliere la salma da traslare all’Altare della patria, come simbolo dell’ultimo sacrificio degli italiani per aver completato l’unità nazionale, fu scelta la madre di un soldato irredento la cui salma era dispersa, Antonio Bergamas. Maria Bergamas è raffigurata in quasi tutti i libri di testo, ma del figlio Antonio ben poco è stato detto. Questo libro racconta la storia di Antonio e della madre.
    Lorenzo Cadeddu colonnello della riserva, è insignito dell’onorificenza di Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana e della Croce d’Onore dalla Croce Nera d’Austria. È presidente del Centro Studi storico-militari sulla Grande Guerra “Piero Pieri” di Vittorio Veneto. Tra i suoi ultimi libri: LO SPIONAGGIO ITALIANO NEL 1918 (2019); LA SASSARI A MONTE ZEBIO (2018); IL CAMPO DI BATTAGLIA DEL PIAVE. IL PIAVE - Vol.2 (2018) e ALLA RICERCA DEL MILITE IGNOTO (2018). Paolo Manzan è nato a Padova nel 1957: architetto, ex funzionario presso un’amministrazione dello Stato. Da molti anni appassionato studioso delle vicende del primo conflitto mondiale, vanta un’approfondita conoscenza dei campi di battaglia dell’Altopiano di Asiago. Il suo interesse e la collezione della storia postale con l’occasionale ritrovamento, di una lettera contenente notizie riguardanti un militare appartenente alla brigata Milano, gli hanno fornito lo spunto per una inedita ricerca su Antonio Bergamas.
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    Il primo libro sulla battaglia d’arresto Dopo la ritirata seguita allo sfondamento di Caporetto, nell’ottobre 1917, le truppe italiane della 3a Armata si ritirarono rapidamente attestandosi sulla riva destra del Piave pur con il nemico a poche ore di distanza. In pochi giorni i soldati e i comandi si prepararono a resistere all’imminente attacco. In una minuscola frazione di San Biagio di Callalta, Fagarè di Piave, era stato dislocato un pugno di uomini al comando di un tenente poco più che ventenne. Questi giovani soldati, ai quali si aggiunsero i primi ragazzi del ’99, seppero dapprima contenere l’improvviso assalto nemico, e poi respingerlo in poche ore sulla riva opposta, dando così inizio al periodo della “Battaglia d’arresto”. Questa è la storia di quella fredda mattina del 16 novembre 1917.
    Renzo Catellani, studioso del costume militare italiano, ha pubblicato saggi su “Uniformi & Armi” e con G. Stella i cinque tomi di Soldati d’Africa (Albertelli 2012), per la Gaspari: Carso 1917, il 154° reggimento nell’inferno di Castagnevizza (2018).
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    Alla Maniera dei Briganti

    18,00 17,10
    Dalla Parma rossa dell’anteguerra e delle battaglie interventiste fino all’esperienza di guerra nel Veneto e poi nel Carso, si dipana l’odissea di una generazione partita con grandi speranze di rinnovamento e poi gettata nella crisi del dopoguerra. Parma è città emblematica di questo cerchio che si chiuderà sul fascismo tradendo le aspettative di molti. Le parole asciutte e antiretoriche del protagonista s’intrecciano con la voce narrante che come in un film ci porta fin dentro la trincea, ad altezza d’uomo, fino a respirare con lui l’odore acre del combattimento. La Grande Guerra ne esce a colori, romanzo di formazione di una generazione.  
    Ettore Cavalli (Parma 1891 - Opera 1987), ragioniere, fu un parmigiano dell’Oltretorrente, cuore pulsante della Parma popolare. Dopo la guerra, lasciata Parma, fu procuratore generale delle Cartiere Sterzi. Giorgio Cavalli (Verbania 1954) vive a Milano. Già insegnante di liceo in Piemonte e Lombardia e traduttore, è membro della redazione della rivista storico-letteraria “LineaTempo”.  
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    Don Angelo Roncalli (Sotto il Monte, 25 novembre 1881 – Città del Vaticano, 3 giugno 1963) crebbe all’ombra del grande vescovo Radini Tedeschi in una Bergamo segnata da profondi conflitti sindacali. Scoppiata la Grande Guerra, si arruolò senza esitazione prima come sergente e poi come cappellano di Sanità. Il suo fu un patriottismo cattolico “senza odio”, contro ogni forma di nazionalismo aggressivo. L’esperienza personale della guerra, mai rinnegata, portò in seguito Giovanni XXIII a ripensare profondamente il rapporto tra fede e guerra fino a ridimensionare, dopo Hiroshima, la tradizionale dottrina della “guerra giusta”. A sessant’anni dalla Pacem in terris e dalla sua morte, e dinanzi alle drammatiche guerre odierne, rileggere il suo percorso esistenziale e culturale è l’occasione per comprendere la fede di un uomo che non si è ritratto dall’incarnarla nelle più profonde contraddizioni della storia, per cercarvi una nuova speranza per l’umanità.  
    Giorgio Cavalli (Verbania, 1954) ha insegnato storia e filosofia a Domodossola, Rho e Milano. Ha tradotto dal francese per Jaca Book e per la rivista teologica internazionale «Communio». Attualmente è membro di redazione della rivista online «LineaTempo». Itinerari di storia, letteratura, filosofia e arte” (www.lineatempo.eu). Per la Gaspari ha pubblicato ALLA MANIERA DEI BRIGANTI . La Grande Guerra del capitano Ettore Cavalli (2023) e Per la fede e per la patria. Angelo Roncalli cappellano militare, in Paolo Gaspari, Preti in battaglia, vol. 5 Da Caporetto alla fine della guerra (2023).
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    Carso 1915

    34,00 32,30
    L'avventura italiana dei cosacchi. Arrivarono all’improvviso, in migliaia. Fu un’occupazione tragica e grottesca. I cosacchi si erano alleati ai tedeschi che li ingannarono con promesse impossibili. Li comandava l’atamano Krasnov, generale e scrittore, personaggio vissuto tra storia e leggenda. C’è chi, ragazzo, lo conobbe da vicino e visse quel durissimo periodo per la Carnia, alla fine della seconda guerra mondiale, con curiosità e spirito di avventura. Questa è la sua incredibile vicenda, ricostruita attraverso fatti veri e violenze mescolate a gesti di mitezza per narrare il destino di un popolo illuso e mandato al macello.
    Lorenzo Colautti, laureato in giurisprudenza presso l’Università di Bologna, già ufficiale nell’Arma dei Carabinieri e Difensore Civico del Comune di Udine, delegato Adusbef per il Friuli Venezia Giulia, esercita attualmente a Udine la professione di avvocato specializzato in diritto bancario e diritto finanziario, prestando consulenza per Enti e AssociazionI.
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