• Quattro anni senza Dio vol 1 - Il diario di un ufficiale mazziniano dalle trincee del Carso alle Giudicarie Prefazione di Luigi Emilio Longo. Il volume tratta delle azioni militari della Brigata Chieti formata in gran parte da fanti abruzzesi e molisani, che operò sul Carso dal luglio 1915 all'ottobre 1916. Un reggimento valorosissimo, di cui qui vengono rievocate senza retorica, ma sulla base della realtà storica, le glorie e i sacrifici (sul Carso il reggimento fu quasi totalmente distrutto in combattimento per ben due volte e due volte ricostituito con nuovi complementi), ma che non ebbe mai i riconoscimenti che avrebbe meritato. Il testo è scritto in forma semplice e brillante. Si legge con grande piacere anche sotto l'aspetto letterario, spesso con una sottile vena umoristica Vi sono i giudizi impietosi nei confronti degli alti Comandi, dei generali incapaci, degli imboscati, cui si contrappone il coraggio, la pazienza, l'abnegazione, il senso del dovere dell'umile fante abruzzese. Oggi, a distanza di quasi un secolo da quegli avvenimenti, non esistono più i motivi che ne impedirono allora la pubblicazione. Il 2° vol. uscirà nel 2005. Lodolini fu l'artefice dell'Archivio Centrale di Stato di Roma
  • Tu col cannone, io col fucile - Alessandro Suckert e Curzio Malaparte nella Grande Guerra Prefazione di Alberto Monticone. Per la prima volta viene ricostruita la vita militare del giovane Malaparte che riserva sorprendenti aspetti biografici e umani. Kurt Suckert aveva infatti sedici anni quando nel 1914 andò volontario in Francia nella Legione garibaldina di Peppino Garibaldi. Quando nel 1915 si arruolò volontario in Italia venne seguito da tutta la sezione giovanile del partito repubblicano di Prato. Combatté sul Col di Lana, sulla Marmolada, sul Piave e a Bligny, al comando di un reparto di lanciafiamme d'assalto. Il fratello Alessandro combatté invece nell'artiglieria, prima sul Carso e poi nelle Giudicarie, lasciandoci questo straordinario diario.
  • Da Aiello, piccolissimo paese del Friuli orientale, alla Cina passando dalla Russia dopo esser cresciuto in Brasile. E’ questa la vasta mappa della lunga storia raccontata con una straordinaria e commovente genuinità da Carlo Spagnul nato nel 1891da genitori emigrati in Brasile per lavorare in un’azienda di coltivazione del caffè, e rientrato nel paese di origine, allora in territorio austriaco, nel 1908. Qualche anno di scuola a Gorizia, ed eccolo arruolato nel 1912 nell’esercito austriaco. Allo scoppio della Grande guerra viene mandato al fronte sui Carpazi e combatte nel mitico 97° reggimento, definito bonariamente in una canzone “demoghèla” (una specie di “diamocela a gambe”), composto per lo più da friulani, giuliani e dalmati, che viene letteralmente decimato. Spagnul capisce che la guerra non fa per lui, getta il fucile e si consegna, come oltre un milione di suoi commilitoni, ai russi. Inizia così il suo peregrinare attraverso la Russia prima e la Cina dove dovrà arruolarsi nella Regia Marina Italiana per poter riprendere la strada verso casa. Passeranno nove anni prima che, imbarcato sul piroscafo Nippon, attraverso il canale di Suez ritorni in Friuli. Le traversie che narra con passione e l’umanità e che si snodano per un periodo di sessant’anni, ne rivelano l’animo gentile, il disprezzo per la violenza, ma anche il senso del dovere e il rispetto per le culture che incontra nel lungo e tormentato cammino. La narrazione scorre veloce come nella migliore tradizione diaristica. Il soldato Spagnul combatte una singolare guerra nella Guerra contro gli insetti - cimici, pulci, zanzare -, che non gli danno pace ovunque si trovi, in Brasile come in estremo Oriente. Incontra però uomini e storie che descrive con piglio da romanziere. La sua odissea è speciale perché non è narrata da un ufficiale, come accadeva in quel periodo, ma da un contadino che vede e registra con occhi particolarmente acuti un mondo, anzi, un continente, di cui ci mostra uno straordinario spaccato. Foto d’epoca e dettagliate piantine geografiche completano il racconto a cui fa seguito l’elenco degli abitanti di Aiello del Friuli e di Joannis arruolati nell’esercito austro-ungarico e nella Marina da guerra.
  • L'esercito della morte - Dall'Africa al Carso. Il diario di un volontario irredento Guido Favetti Prefazione di Fabio Todero. A cura di Giuseppe Magrin. Dopo la pace del 1866 i detenuti politici vennero liberati, meno Carlo Favetti che continuò a restare chiuso nella sua squallida prigione. Vittorio Emanuele II, informato del fatto, telegrafò a Vienna "O liberate il Favetti, o io sospendo la pensione agli ex impiegati austriaci nelle mie province...!". La minaccia sortì buon effetto, ma ben presto il Favetti tornò a cadere in disgrazia dell'Austria, e allora si trasfer assieme alla famiglia a Venezia. Questo fu il nonno dell'irredento Guido - il padre era proprietario delle cave di marmo di Aurisina. Il suo diario tratta della sua vita come ingegnere in Africa, i suoi innamoramenti e la volontà di combattere per la liberazione dei territori italiani.
  • Quel giorno a Gorizia vol 1 - Dall'inizio della guerra alla battaglia di Gorizia Presentazione di Giovanni Spadolini. Il diario-racconto delle avventure di Baruzzi sull'Isonzo, sul Carso, sull'Altipiano di Asiago e sul Piave è uno straordinario libro di memorie della Grande Guerra. La scena del diciannovenne piccolo sottotenente che, entrato con quattro fanti nella galleria di Lucinico, cerca di incutere soggezione ai 200 ungheresi che si trova inaspettatamente davanti a colpi di "boia d'un mond lèdar" è uno dei pezzi mitici della guerra.
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    Pietro Orazio von Hassek si arruolò nel 1914 come volontario nel mitico 97° Reggimento, il “Dèmoghela”. Si tratta di uno dei pochi diari di ufficiali del Reggimento nel quale militavano gli italiani del Friuli Venezia Giulia austriaco. Il libro racconta per flash le sue vicissitudini sul fronte russo, gli aneddoti della prigionia dopo l’offensiva Brusilov, fino al passaggio nella Legione dei Redenti di Siberia e il successivo viaggio di rientro da Vladivostok a Trieste attraverso il Mar della Cina
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    Attualità della Grande Guerra Sono passati novant'anni dall'intervento dell'Italia nella Prima Guerra Mondiale: un tempo assai lungo che per gli altri avvenimenti significherebbe una collocazione nella memoria storica di un passato quasi remoto, da lasciare agli studiosi e da inserire nei testi scolastici tra le tante vicende che non suscitano più emozioni o polemiche. Ma sembra quasi che la nostra coscienza nazionale, o forse la ricorrente nostra tendenza a mitizzare esperienze dolorose o esaltanti, non ci permetta di mantenere quella pagina in biblioteca e ci induca a tenerla aperta dinnanzi a noi a pretesto del nostro presente. A nostra parziale giustificazione possiamo addurre il fatto che, comunque, ogni generazione rilegge a modo suo gli eventi, anche più lontani e più definiti nei loro contorni, un po' perchè c'è bisogno comunque di avere sempre cognizione della propria storia, un po' forse per autoidentificarsi nella diversità del passato.
  • Vita di guerra - La straordinaria avventura dell'"Ardito del Grappa" Vi sono pochi uomini che possono vantare coraggio in battaglia e grandi imprese nella vita civile. Quando se ne trova uno, nella storia d'Italia è utile che gli altri cittadini siano messi nella condizione di assaporarne le avventure.
  • Sulle tracce dell'ardito
  • Dalle Dolomiti a Bligny - Diario di guerra di un fante 1915-1919 Il diario scritto con la matita copiativa di un fante di Osimo che visse per due anni  tra Colle Santa Lucia e Digonera nelle Dolomiti, di fronte alla Marmolada e al Col di Lana, offre la sceneggiatura della guerra e dei rapporti che s'instaurano tra i soldati italiani e la popolazione ladina. Un libro avvincente in cui si ritrova tutta la freschezza narrativa dell'esperienza avventurosa di un semplice fante.
  • Luoghi e immagini della Grande Guerra sul Carso Questa "Guida a immagini" dei principali luoghi della prima Guerra Mondiale sul Carso offre al visitatore una "guida storica" immediata e diretta sui campi di battaglia e sui campi di battaglia e sui duri fatti d'arme che si consumarono nel 1915/1917 grazie alle fotografie collegate alle mappe dei luoghi visitabili.
  • Il volto di medusa VOL. 1 L'abisso quotidiano nelle trincee Nel suo viaggio agli Inferi Ulisse fu preso a un certo punto da "una pallida angoscia" all'idea d'incontrare la Gorgone e immediatamente se ne andò. "La morte negli occhi" così è stato chiamato questo mostro dall'età arcaica a cui Perseo riuscì a mozzare la testa perchè la vide riflessa nello scudo di Atena. Nello stesso modo noi in questo libro vediamo riflessi solo dei frammenti, delle immagini, di quella furia con la quale le élites europee distrussero se stesse e la supremazia che l'Europa aveva nel mondo. Questo libro coglie i vari momenti dell'orrenda ecatombe della gioventù migliore che le classi dirigenti europee non seppero evitare. Guardiamo a questa serie di foto apprezzando l'onestà personale di chi le ha realizzate. Parlano alla memoria di tutti coloro che al giorno d'oggi sanno costruirsi un percorso personale di memoria storica, andando a rivisitare gli antichi trinceramenti, osservano e rispettano i graffiti lasciati sulle pietre carsiche e sulla montagna dai soldati della Grande Guerra, rileggono diari e testimonianze. Sono loro che combattono una battaglia di conoscenza a tutela della loro dignità e di quella del nostro patrimonio storico.
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