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    La mobilitazione della società civile durante la Grande Guerra fu essenzialmente mobilitazione delle donne. Rappresentò la più grande prova di partecipazione popolare e coesione civile superata dagli italiani nella loro storia. In quella guerra vinsero infatti i popoli che riuscirono a essere più coesi e partecipi delle imprese dei soldati al fronte. La popolazione italiana, ultima arrivata tra le democrazie europee, diede prova di una capacità operativa che molto spesso supplì alle carenze organizzative dello Stato, ad esempio nella tutela e assistenza dei minori e nei cibi caldi sulla linea del fuoco. Le donne uscirono dalle case e dai ruoli domestici ed entrarono in massa nella vita economica e sociale. Il protagonismo femminile ebbe un’accelerazione e una diffusione che pervase tutte le classi sociali del Nord come del Sud. Non solo madrine di guerra e intellettuali appartenenti alle élites, ma anche donne della piccola borghesia e delle classi popolari: maestre, madri di famiglia per l’assistenza ai figli dei richiamati, donne reclutate per i lavori militari al fronte o nelle città nei laboratori di recupero tessuti, nell’Opera scaldarancio, lana, tutela delle minorenni, ecc., e poi le attrici, le spie, le dottoresse. Una storia che mancava nella storiografia della guerra che, tra l’altro, fu vissuta come la conclusione dell’unità d’Italia.
    Paolo Gaspari: storico, da diversi anni si occupa di storia militare, fondatore dell'omonima casa editrice di Udine.
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    In guerra le donne erano sempre state solo vittime. Nella Grande Guerra le donne furono indispensabili alla vittoria di quella che era considerata l’ultima delle guerra per l’unità nazionale. Il racconto delle crocerossine e delle dottoresse si svolge nel momento culminante del protagonismo femminile che aprì la via all’inserimento delle donne nella vita dello Stato ed è testimoniato dal loro eroismo: 54 medaglie d’argento e 190 di bronzo e una trentina di croci al merito. Ma questo ingresso delle donne nell’istituzioni ancor oggi non figura nei manuali scolastici a testimonianza di una storiografia che non ha saputo riannodare la popolazione con la sua storia.
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    Un volume riccamente illustrato sul protagonismo e sulla genesi dell’emancipazione femminile. La guerra accelerò il processo di inserimento delle donne negli uffici e nelle fabbriche, specializzandole in molte professioni. Suore, nobildonne, ragazze e madri, operaie e impiegate di tutte le regioni lavorarono con sacrificio in una guerra che non era più solo d’eserciti, ma di popolo. La guerra che diede il senso d’identità agli italiani. L’unico volume che racconta con centinaia di immagini e foto la guerra delle donne che entrarono in massa finalmente nella vita sociale ed economica dello Stato.
  • IL LIBRO CHE RIEPILOGA LE PRINCIPALI BATTAGLIE COMBATTUTE IN VENETO E FRIULI. Con schizzi a colori, ricostruzioni delle battaglie attraverso geo book, immagini inedite, biografie dai generali, agli ufficiali, ai decorati. Un libro di storia militare di facile lettura che mancava nell’editoria italiana.
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    Le tavole di Beltrame “sono” la guerra. Il geniale, disegnatore vicentino, diplomato all’Accademia di Brera, con Luigi Alberini inventa un modello di comunicazione visiva destinato a costruire l’immaginario collettivo della guerra. Gianni Oliva decodifica i sistemi del racconto, la coralità, i simboli della patria, la rimozione delle sconfitte e i combattimenti. Il libro è la maggiore raccolta a colori della Domenica del Corriere.
    Gianni Oliva è uno dei maggiori storici italiani e quasi tutti i suoi libri sono pubblicati da Mondatori.
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    I disegni a colori che Achille Beltrame realizza per la Domenica del Corriere, dall'attentato di Sarajevo all'entrata italiana in guerra, tra arte e cronaca, fanno conoscere i diversi fronti, le armi e gli eserciti che si confrontano nel nuovo grande conflitto in corso alla gente comune, e diventano un grande affresco bellico e insieme un momento importante nel dibattito tra neutralismo e interventismo, che si sviluppa in Italia prima della dichiarazione di guerra all'Austria-Ungheria.
    Enrico Folisi, docente presso l'Università di Udine, storico, sceneggiatore e regista, ha al suo attivo decine di pubblicazioni e di documentari per la didattica e la divulgazione della storia e di allestimenti di mostre.
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    La Battaglia della Bainsizza

    29,00 27,55
    La battaglia della Bainsizza e la crisi dell’autunno 1917 del generale Bencivenga occupa un posto a sé nella storiografia” scrisse Piero Pieri, il maggior storico militare del secolo scorso, ma ancora oggi la narrazione di Bencivenga appare insuperata nella spiegazione delle opportunità tattiche e strategiche di un momento cruciale del 1917. La sorpresa tattica di Flondar, la Decima e l’Undicesima battaglia dell’Isonzo, l’Ortigara, la diversa impostazione di Capello e di Cadorna, sono aspetti della Grande Guerra italiana che si possono però capire solo tramite l’imponente apparato iconografico di questo volume.
    Roberto Bencivenga, antifascista, fu l'unico generale italiano che, sfidando a duello il fratello di Mussolini, fu mandato al confine a Ustica e poi a Ponza dove in un paio d'anni scrisse i volumi più importanti dell'epoca di strategia militare della Grande Guerra. Nel 1943 fu il comandante di Roma subito dopo la liberazione e fu nell'assemblea costituente. La Gaspari ha ristampato La sorpresa strategica di Caporetto (1997); La campagna del 1916 (1998); IL PERIODO DELLA NEUTRALITÀ (2014); LA CAMPAGNA DEL 1915 (2015) e LA SORPRESA STRATEGICA DI GORIZIA (2016).
  • Le cariche della cavalleria a Pozzuolo del Friuli sono state nell’immaginario collettivo l’epica della Grande Guerra. In questa nuova collana La storia raccontata e illustrata quei combattimenti sono ricostruiti e narrati in tutti i dettagli. Un grande mosaico in cui finalmente si scopre come si svolsero i fatti.
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    La Battaglia dei Capitani

    23,90 22,71
    Una grande battaglia di retroguardia durante la ritirata di Caporetto. Quando i generali se ne vanno, rimangono i colonnelli; quando costoro vengono uccisi o feriti, rimango i capitani: gli unici capi che condividono il destino con i loro soldati. "E' stata una battaglia senza speranza, ma grande. Soli, senza rinforzi, isolati nella fiumana degli invasori che ci assalivano e ci circondavano da tutte le parti, abbiamo combattuto per le strade, per i viali, per le piazze di Udine". (ten. Enrico Benci)
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    L’Italia in Treno Vol.1

    29,00 27,55
    150 anni delle ferrovie italiane raccontati dai grandi illustratori Achille Beltrame, Walter Molino, Vittorio Pisani, Rino Ferrari, Aldo Raimondi e Ugo Matania. Un'affascinante storia anche per gli aspetti tecnici e ingegneristici del decollo industriale italiano e della vita sociale legata al treno. La ferrovia ha segnato in profondità la storia d'Italia ed è stata un elemento fondamentale nella costruzione dell'identità nazionale. Fattore di progresso non solo tecnologico ma anche economico e sociale, il treno ha costruito legami, ha messo in comunicazione genti, paesi e città ed ha rappresentato, in molte zone del Paese, la prima concreta presenza dello Stato Italiano. I treni, le stazioni, gli infiniti binari che venivano srotolati in ogni angolo della penisola, le ardite opere d'ingegneria sono stati i simboli audaci della forza di un popolo che lavorava alla costruzione di quell'identità nazionale necessaria per affrontare le sfide della modernità. (dalla Prefazione di Mauro Moretti)
    Guido Magenta, ingegnere meccanico specializzato in trasporti, si è dedicato agli aspetti storici e tecnici dei trasporti su rotaia. Svolge attività di divulgazione di cultura ferroviaria con conferenze pubbliche, interventi didattici nelle scuole e lezioni universitarie al Politecnico di Milano.
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    L’Italia in Treno Vol. 2

    29,00 27,55
    I 150 anni delle ferrovie italiane raccontati dai grandi illustratori Achille Beltrame, Walter Molino, Vittorio Pisani, Rino Ferrari, Aldo Raimondi e Ugo Matania. Un’affascinante storia anche per gli aspetti tecnici e ingegneristici del decollo industriale italiano e della vita sociale legata al treno. Guido Magenta ci regala ancora un viaggio nell’epoca “gloriosa” dei primi anni della ferrovia italiana, attraverso le immagini ed i disegni che hanno immortalato le ferrovie e che ne hanno alimentato l’immagine del progresso che rappresentavano allora e, che ancora oggi, interpretano.
    Guido Magenta, ingegnere meccanico specializzato in trasporti, si è dedicato agli aspetti storici e tecnici dei trasporti su rotaia. Svolge attività di divulgazione di cultura ferroviaria con conferenze pubbliche, interventi didattici nelle scuole e lezioni universitarie al Politecnico di Milano.
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    Le imprese militari e civili di questo ventiquattrenne studente, capitano (per merito) del battaglione , composto da friulani e veneti, sono raccontate anche con un enorme apparato di foto, mappe e schizzi. Guido Bergamo, di Montebelluna (Treviso), repubblicano, interventista democratico, studente di medicina, è, con le sue 4 medaglie d’argento e 4 croci al valor militare, l’alpino più decorato. Fu uno dei designati al trasporto a spalla del Soldato Ignoto all’Altare della patria nel 1921. Fondatore di leghe contadine e di cooperative, leader dei repubblicani sociali del trevigiano, medico dei poveri. Nel 1926, dopo l’esilio e la forzata rinuncia alla politica, divenne un luminare della ricerca sulle patologie polmonari e tisiche e morì proprio in seguito alle dosi di radium assorbito nelle sue ricerche.
    Lucio De Bortoli insegnante a Treviso, storico, è ricercatore e organizzatore di mostre e convegni nel Veneto.
  • La prima ricostruzione dettagliata, e narrata, dell’azione di ricognizione e di combattimento degli aerei italiani nei giorni di Caporetto, con la descrizione dei combattimenti e degli equipaggi. Oltre 400 i personaggi della narrazione. Il volume è completato da oltre 80 immagini inedite di aerei con le loro schede tecniche
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    L’Altra Caporetto

    18,00 17,10
    Corrado Stajano ha recensito "L'altra Caporetto" sulle pagine culturali del Corriere della Sera. Clicca qui per leggere la recensione. Come la sceneggiatura di un film, il libro narra l’avventura di alcune suore rimaste sole, con 300 donne pazze e un gruppo di orfanelle, sotto i bombardamenti nella linea del fronte, e profughe nei paesi invasi, dopo Caporetto. L’epica femminile delle donne in guerra attraverso la narrazione di una suora e delle sue consorelle nel Veneto e nel Friuli invaso.
    Albarosa Ines Bassani, delle suore Dorotee di Vicenza, è una delle prime due donne, nella storia delle Chiesa, nominata Consultore Storico per le Cause dei Santi, e fino ad oggi è l'unica suora membro dell’Accademia Olimpica di Vicenza, la più antica Accademia d’Italia (sorta nel 1555). Ha pubblicato vari studi di storia contemporanea religiosa, sociale ed economica, veneta.
  • L'unica guida storico-escursionistica che porta il visitatore alla scoperta delle trincee, dei campi delle battaglie e dei monumenti del fronte italo-austriaco del Carso e dell'Isonzo con un linguaggio semplice e chiaro, adatto anche "ai non addetti ai lavori". Un'aggiornata, esauriente introduzione storica su ciò che è necessario sapere sulla guerra di trincea, sugli eventi bellici e sui grandi e piccoli monumenti sorti in memoria del conflitto, ma anche una guida per conoscere i diversi e non sempre evidenti "segni di guerra" del Carso e del Collio goriziano anche oltre confine, attraverso 11 Itinerari riccamente illustrati, facili da percorrere a piedi e in macchina, interessantissimi sia dal punto di vista storico che naturalistico.
  • Sovrastando la città di Gorizia a settentrione, il Monte Sabotino è il testimone silenzioso di una storia che affonda le origini in un passato lontano. Attraverso le sue trame racconta la storia di genti e natura che, nel corso dei secoli, hanno contribuito a formare la nostra attuale civiltà. Una porzione di territorio di pochi chilometri quadrati dove si possono leggere come in una enorme enciclopedia naturale tutte le fasi che hanno contraddistinto lo sviluppo e l’evoluzione delle zone e dei popoli di questo lembo d’Italia. Il Sabotino è un grande libro aperto sulla storia
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    Il Terremoto in Friuli

    14,50 13,78
    Il 6 maggio 1976 una forte scossa di terremoto provocò morte e distruzione nel Friuli ancora parzialmente immerso nella civiltà contadina. Il sisma cambiò le vite di chi c’era e di chi non c’era: quell’evento segnò un solco nella storia, tracciò un confine netto tra il prima e il dopo. Rileggere oggi le cronache di allora, mentre un altro terremoto come la pandemia sta nuovamente cambiando le nostre vite, significa ripercorrere quel solco per non dimenticare e per continuare a progettare mondi diversi. Quell’esperienza insegna a guardare avanti senza cancellare le tracce del passato, insegna a ripensare il futuro, ad ascoltare le comunità, a ricevere e a restituire la solidarietà, a cogliere l’anima dei luoghi.
    Giacomina Pellizzari nata a Tolmezzo, laureata in Conservazione dei Beni Culturali, giornalista professionista, lavora al Messaggero Veneto.
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    Il Porto Sepolto

    10,00 9,50
    La nuova pubblicazione della raccolta Il Porto Sepolto nell’edizione di Udine del dicembre 1916, allora stampata presso lo Stabilimento Tipografico Friulano, a cento anni dalla sua comparsa, oggi con la traduzione in lingua friulana ad opera di Luca De Clara, è innanzitutto un omaggio a Giuseppe Ungaretti, alla rilevanza del suo libro, all’importanza delle 32 poesie, per lo più brevi, scritte su piccoli foglietti di carta durante i momenti di pausa dai combattimenti ed edite con la guerra ancora in corso, destinate a dare nuovo indirizzo alla poesia italiana contemporanea.
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    Il Partigiano nel Comando SS

    14,50 13,78
    La vicenda dell’interprete delle SS del Litorale Adriatico nel 1944 che accettò di passare le informazioni ai partigiani e tenne un diario prezioso sia per conoscere la vita all’interno delle SS, sia dei partigiani cattolici e comunisti.
    Tarcisio Mizzau, studi classici, laurea in economia, ha alle spalle una lunga carriera di manager industriale durante la quale ha sempre mantenuto vivi gli interessi umanistici. Per la Gaspari ha pubblicato Un paese friulano tra il 1200 e il 1500 (2016) e UN SENTIERO TRA LE STELLE (2019).
  • Il mito degli Alpini si è concretizzato con lo scorrere del tempo come uno dei miti fondanti dell'Italia unita. Dalla conquista del Monte Nero ai massacri dell'Ortigara, si identificò i luoghi, le circostanze e i personaggi del costituirsi della vera propria Europa degli Alpini. In questo viaggio della e nella memoria l'Alpino-tipo si concretizza e si racconta non come un qualunque contadino-soldato pieno di disciplina, passività e rassegnazione, anzi un buon montanaro e un buon alpino sono pieni di intraprendenza, sanno arrangiarsi in qualunque circostanza, sono dei cento-mestieri allevati dalla vita ad affrontare le situazioni e a cavarsela. Questi risvolti comportamentali danno origine a tutta un'aneddotica, un colore e anche ad una letteratura che mostri come si alimenti il mito che intanto vien formandosi di questo soldato e uomo del popolo in divisa, fante, ma fante con la penna assolutamente speciale e con una sua pronunciata identità. Essi funzionano da sfogo e valvole di sicurezza, nella quotidianità colorita di una cronaca fitta di fiaschi di vino e di muli, salva però sempre l'adesione profonda a un mondo intimamente rispettoso dell'ordine e delle gerarchie "naturali". Espressione di una disciplina sociale diversa e civilmente superiore rispetto alla disciplina cieca imposta d'autorità sui piazzali delle caserme, ma soprattutto al rinnovamento di un patto della memoria, dagli effetti: un'inno alla giovinezza e all'ingenuità perduta per sempre nella morsa della Grande Guerra.
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    Il Generale nel Labirinto

    16,00 15,20
    Quali erano i rapporti tra i generali in carriera? Quali erano le informazioni che presagivano l’offensiva? Quali erano le differenze d’armamento? Sono solo alcune delle questioni che questo brillante libro dipana con arguzia e senso della storia e del racconto. Un libro anche per un pubblico di non specialisti che risponde alla curiosità per la più famosa delle battaglie della storia contemporanea.
  • Due medaglie d'argento, capelli alla nazzarena, comandante idolatrato dagli alpini friulani in Val Degano entrato nel mito della guerra alpina. Il cesenate Carlo Mazzoli fotografato con i suoi cani è un'icona della guerra di montagna sull'Ortles, ma finora la sua vicenda non era stata raccontata. Essa coinvolge tre popolazioni italiane in guerra: i romagnoli, i friulani e i lombardi.
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    La guida ripercorre le tappe della rinascita della Via d'Allemagna e della sua parte friulana, la Via del Tagliamento, una tra le più importanti e antiche vie europee di pellegrinaggio. Oggi viene percorsa ancora a piedi, da un numero sempre maggiore di persone. Il testo presenta anche il complesso storico-architettonico dell'Hospitale di San Tomaso di Majano, fondato dai Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme nel 1199 e la sua storia locale ed internazionale, inseguendo le sue radici fino a Gerusalemme e al cuore della Persia, per poi risalire, cercando le sue ramificazioni in Friuli e sulla rete europea degli ospitali e dei cammini medievali. La guida è arricchita con 30 mappe delle vie storiche e attuali e oltre 100 fotografie dell'Hospitale e dei cammini del Tagliamento, ma anche di quelli verso Roma, Santiago e Gerusalemme.
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    I Ragazzi del ’99

    16,00 15,20
    Il battesimo del fuoco dei Ragazzi del 1899 è databile nei giorni 16 e 17 novembre 1917, sul Piave, al «Molino della Sega». Nel 1918 furono 265.000 i giovani poco più che adolescenti, comandati da uffi ciali veterani a combattere le tre battaglie decisive: quella d’arresto, quella del Solstizio e quella di Vittorio Veneto. Il loro mito è sostenuto da una decina di medaglia d’oro e migliaia d’argento e bronzo, ma il loro racconto inizia solo ora... Il volume contiene il Memoriale inedito di Carlo Manghi, i nomi e le motivazioni dei decorati. I ricordi di un ragazzo del ‘99 di Carlo Manghi, sono una testimonianza della fi ne di una gioventù e di come in quegli anni i giovani italiani sentissero il senso di una patria da difendere.
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