• Delle migliaia di soldati schierati il 24 ottobre 1917 sulle pendici del Mrzli, davanti a Caporetto, non uno ripiegò con l’esercito in rotta, alimentando così la leggenda delle “brigate perdute”: i reparti che si sarebbero arresi senza combattere. Con un montaggio quasi cinematografico delle narrazioni degli ufficiali ‘in soggettiva’ l’autore ricompone un grande affresco, ridando voce ai giovani italiani in grigioverde di un secolo fa. Una narrazione rigorosa e avvincente che fa rivivere ogni minuto della giornata in cui ebbe luogo la battaglia più famosa della storia d’Italia. Il volume è illustrato da più di cento cartine e fotografie in gran parte inedite.
  • Cara mamma ti scrivo - Le cartoline dei soldati della Grande Guerra Prefazione di Roberto Todero Pochi lo sanno, ma una delle necessità irrinunciabili del fante italiano fu comunicare per posta con i suoi familiari. La scrittura divenne all'improvviso l'unico linguaggio degli affetti, l'unico legame con un universo emotivo lontanissimo, non solo per lo spazio, ma anche per il vissuto, per il tempo. Un popolo che solo raramente era uscito dal cascinale, dal villaggio, si trova catapultato in una bolgia infernale piena di agguati, pericoli, sofferenze e limitazioni, con un addestramento molto sbrigativo. Dal 1915 al 1918 si muovono complessivamente tre miliardi e quattrocentomila corrispondenze! Il popolo italiano impara a scrivere, e a leggere. La cartolina postale diventa uno dei maggiori strumenti di comunicazione e di propaganda patriottica, ma anche di creazione grafica sia di disegnatori poco noti sia di artisti come Carlo Carrà, Giorgio De Chirico, Michele Cascella, Gino Severini, Umberto Boccioni, Mario Sironi e Anselmo Bucci, per citarne solo alcuni. E dall'altra parte del fronte i Kriegsmaler, pittori organizzati all'interno del Kriegspressquartier. Artisti celebri quali Egon Schiele, Oskar Kokoschka, ma anche pittori soldati quali Hans Bertie o il tirolese Albin Egger-Lienz. Rimane solo d'andare in soffitta a recuperare così un pezzo della propria storia familiare.
  • Caricat... Genova! - Il reggimento "Genova Cavalleria" nella battaglia di Pozzuolo del Friuli 30 ottobre 1917 Il 30 ottobre 1917 il Reggimento "Genova Cavalleria", inquadrato nella 2° Brigata di Cavalleria con i "Lancieri di Novara", è protagonista dell'epica battaglia di Pozzuolo del Friuli, piccolo paese vicino a Udine. Il reggimento assolve il compito di rallentare la travolgente avanzata delle truppe austro-tedesche, esaltate dal successo ottenuto a Caporetto, al prezzo della perdita di oltre la metà dei propri effettivi. Il sacrificio però non è vano, in quanto il tempo guadagnato consente al grosso dell'esercito di ritirarsi e di organizzare una nuova linea difensiva sul Piave, da cui verrà lanciata l'offensiva decisiva del 1918. Questo libro, benchè incentrato sul ruolo di "Genova" prima, durante e dopo la battaglia, analizza anche l'impiego della cavalleria in generale (e di "Genova" in particolare) durante il primo conflitto mondiale.
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    Carso Triestino Goriziano e Sloveno - Carta Topografica per escursionisti
  • Centoquarantaquattro e dintorni - La 7, 8, 9 battaglia dell'Isonzo: settembre - novembre 1916 Questo libro è un'opera riguardante la Prima Guerra Mondiale sul Carso isontino del Vallone di Gorizia, e nello specifico nell'affrontando dettagliatamente la 7°, 8° e 9° battaglia dell'Isonzo (settembre - novembre 1916) sull'altura denominata "Quota 144". Il taglio del libro è un compromesso tra una classica Histoire-Battaille, ricostruita attraverso l'approfondita e dettagliata consultazione di fonti ed archivi storici, e memorialistica di ambedue le compagini che rendono più dinamico e "vivo" il racconto. L'opere è corredata di tre schede di approfondimento relative a tre protagonisti di altrettanti capitoli, alcuni sconosciuti, altri piuttosto noti: un Ufficiale austroungarico Theodor Wanke, che meriterà la più alta onorificenza militare dell'Impero; un Dragone italiano, Elia Rossi Passavanti la cui storia personale, sia militare (pluridecorato tra cui due M.O.V.M. nelle due Guerre Mondiali) che civile, meriterebbe una memoria ben più diffusa; un caporalmaggiore dei Bersaglieri, ferito gravemente sulla quota, Benito Mussolini, che rischio di non entrare nella storia. Altre sei schede di approfondimento riguardano i due Eserciti  contrapposti nel 1916, le tattiche, alcune corpi e armi particolari del primo conflitto: Bersaglieri ciclisti, Cavalleria, mitragliatrici e lanciafiamme. Una particolare cura è rivolta al dare un "volto" ai fatti d'arme approfondendo frequentemente i profili di coloro che combatterono e caddero sulla quota, tramite notizie, motivazione delle decorazioni, fotografie. 128 tra fotografie e mappe storiche corredano la ricerca. I principali Reparti italiani menzionati sono: III, V, XI battaglione Bersaglieri ciclisti; 7° 11° Bersaglieri; Brigate di fanteria: Cremona, Lazio, Catania, Bari, Bergamo; Cavalleria: 4° reggimento Genova, 2° reggimento Piemonte Reale; 5° lanceri di Novara; molteplici reparti Mitraglieri, Bombardieri, di artiglieria, Genio, 2° comp. lanciafiamme. Al libro è allegata una guida a tre itinerari attuali.
  • Che il bambino Gesù faccia che presto cessi la guerra..
  • La storia ci insegna che le alterne vicende dei popoli a volte inducono le nazioni e i loro governi a quella prova estrema che è la guerra, con le distruzioni e le sofferenze che da ambo le parti produce. In questo triste scenario non trovano più posto gli interessi personali e le rivalità tra gli uomini, ciò che prevale nei combattenti è lo spirito di corpo, la nobiltà d'animo e l'emulazione dei compagni d'armi, fino all'estremo sacrificio. Questo libro è frutto di una lunga ricerca tra i documenti storici che hanno permesso di compiere un controllo incrociato degli avvenimenti in più parti descritti, per poterli poi narrare nei tempi e nei modi in cui realmente si sono svolti
  • Per la prima volta in un unico volume sono raccolte quasi cinquecento fotografie di 230 medaglie realizzate in uno dei periodi certamente più rilevanti della storia del nostro Paese. Aldo Tassini, storico appassionato e collezionista, ha ricostruito, di ogni singola medaglia, la storia, il contesto storico e le motivazioni che hanno portato alla sua realizzazione. Accanto a medaglie di straordinario valore e interesse, per la prima volta sono state catalogate anche quelle onorificenze cosiddette “minori” ma indicative dei momenti storici in cui furono prodotte. L’alta definizione di ogni immagine consente di “leggere” ogni singola medaglia rivelando aspetti unici e inediti. Di ognuna di queste onorificenze è narrata la storia a partire dai committenti sino ai destinatari finali, quasi sempre soldati che hanno combattuto nella miriade di guerre e battaglie, in Italia, in Europa e non solo, che hanno caratterizzato il periodo preso in considerazione. Un’opera di straordinario interesse che non può non appassionare gli amanti di storia militare ma anche gli storici che potranno ripercorrere attraverso questi oggetti, molti dei quali di mirabile fattura, i momenti più affascinanti e complessi non solo del nostro Paese da dell’intera Europa.
  • Contro Bora

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    Contro Bora - Racconti, poesie, teatro, canzoni.  
  • Da sotto la Marmolada II - Reperti di guerra - Guida al Museo di Passo Fedaia - Marmolada
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    Ventitre itinerari storico-escursionistici sui luoghi più controversi del fronte isontino durante il primo conflitto mondiale. Monte Nero, Monte Rosso, Mrzli vrh, Monte Rombon, la dorsale del Kolovrat, le retrovie italiane, quelle austriache e la testa di ponte di Tolmino sono inseriti in percorsi di varia difficoltà che portano il visitatore tra trincee e posizioni che videro ventinove mesi di scontri cruenti culminare drammaticamente nella battaglia che prese il nome da un piccolo paese di montagna: Caporetto.
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    Dalla Galizia all'Isonzo Storia e storie dei soldati triestini nella Grande Guerra - Italiani,sloveni e croati del k.u.k. i.r. Freiherr Von Waldstatten nr.97 Tra molteplici identità politiche e culturali presenti nel 97°, in cui furono inquadrati in prevalenza militari provenienti dalle province meridionali dell'impero, la storiografia liberalnazionale ha privilegiato l'irredentismo, presente sia tra i militari di lingua italiana che di lingua slovena. Queste pagine ci aiutano a comprendere come la storia di lungo periodo, nel nostro caso 536 anni di dominio asburgico, non possa non incidere ancora oggi nella mentalità collettiva nonostante i rivolgimenti epocali e gli sconvolgimenti demografici susseguitesi dopo il '18. In seguito al crollo dell'Austria, i reduci del 97°  avrebbero dovuto affrontare tante altre dure prove, non ultima tra le quali l'oblio della memoria. Questa articolata ricerca con l'apporto di una ricca bibliografia internazionale, integrata da fonti visive, testi di canzoni, evoca atmosfere, restituisce parti di memoria rimossa dal nazionalismo fascista, recuperando la fisicità di luoghi cancellati dai nuovi poteri. Un lavoro motivato da pietas civile che ci aiuta a ricomporre un complesso mosaico fino ad oggi ignorato dalla storia ufficiale.
  • Dalle Dolomiti a Bligny - Diario di guerra di un fante 1915-1919 Il diario scritto con la matita copiativa di un fante di Osimo che visse per due anni  tra Colle Santa Lucia e Digonera nelle Dolomiti, di fronte alla Marmolada e al Col di Lana, offre la sceneggiatura della guerra e dei rapporti che s'instaurano tra i soldati italiani e la popolazione ladina. Un libro avvincente in cui si ritrova tutta la freschezza narrativa dell'esperienza avventurosa di un semplice fante.
  • Con questo elaborato intendiamo descrivere un francobollo di storia della parte d’Italia che si trova all’estremo nord dell’Adriatico, quasi sconosciuto al resto d’Italia. Parleremo di un grande cantiere navale, di un genio progettista di sommergibili, di una popolazione poco nota, ma estrememente responsabile ed operosa, di una Regia Marina intelligente e lungimirante. E’ quindi indispensabile ricostruire, seppur in maniera sintetica, alcuni capitoli della nostra Storia e della storia del battello subacqueo per rendere comprensibile e logico quanto seguirà.
  • Questo 3° volume della collana STORIA DELLE BRIGATE SASSARI E REGGIO NELLA GRANDE GUERRA racconta l’epopea della Sassari nel corso dei terribili assalti alla Trincea delle Frasche dove e nato il mito dell’invulnerabilità di Emilio Lussu. Utilizzando fonti archivistiche e memorialistiche sono stati ricostruiti i combattimenti, descritti giorno per giorno dai comandanti e dai soldati, per delineare quello che risulta essere stato un grande momento di epica collettiva. La memoria storica si arricchisce così di vicende individuali che portano alla luce importanti episodi e personaggi di quella guerra che ha coinvolto le classi popolari del nostro Paese
  • Centinaia di chilometri di strade e mulattiere, plurime trincee, impressionanti gallerie cannoniere, eleganti epigrafi suggeriscono ancora oggi, sul terreno, quanto la val Resia e il territorio circostante siano stati importanti per lo schieramento italiano nella Grande Guerra. Tuttavia, sono i documenti inediti d’archivio, di cui questo libro si avvale, a darci l’esatta cognizione di quello che significò trovarsi per quasi due anni e mezzo dietro la linea del fronte isontino e carnico. Si tratta di uno spaccato che, forse per la prima volta, conduce il lettore nelle viscere dell’organizzazione castrense italiano, consentendo di capirne l’organigramma, l’ampiezza e la complessità. Dalla militarizzazione dell’anteguerra alla crisi del 1914, dal primo balzo offensivo ai cantieri di retrovia, l’analisi dettagliata degli aspetti bellici occorsi in val Resia e valle Uccea prima della ritirata dell’autunno 1917 non ci rende solo una ricostruzione storica di portata locale. Senza dimenticare le testimonianze individuali, questo lavoro chiarisce nel dettaglio con quali premesse fortificatorie e organizzative il Regio Esercito si approcciò alla battaglia di Caporetto, all’altezza di uno dei più delicati confini d’armata, dopo aver bruciato l’occasione iniziale ed essersi forgiato in una guerra di assedio sanguinosa, ma determinante.
  • Due anni di guerra - 31 agosto 1915 31 agosto 1917  Augusto Soramel L'originalità dell'esperienza bellica di Augusto Soramel è data dal fatto che fu uno dei pochissimi combattenti a sopravvivere tre anni di guerra passando per alcuni dei settori più contesi del fronte isontino. Fu alle falde del Podgora, che dal giugno 1915 all'agosto 1916 costò la vita a migliaia di fanti della seconda e terza armata italiana e al tenente irredento Scipio Slataper, ricordato nel testo. Dopo l'esperienza presso la testa di ponte di Tolmino-Jeza, fu successivamente trasferito sull'alto Isonzo, dove affrontò il combattimento nella conca di Plezzo, nella forra del torrente Slatenik alle pendici del temibile Javorcek; venne destinato infine come aspirante ufficiale al fronte del Carso, dove prese parte alle ultime tre offensive dal novembre 1916 al settembre 1917. Sul Carso partecipò all'attacco del micidiale nodo trincerato di Bosco Malo nei giorni della decima battaglia (maggio 1917) e visse le logoranti fasi dell'undicesima battaglia alle pendici dell'Hermada, nella zona di San Giovanni di Duino (agosto-settembre 1917).
  • Londra, 26 aprile 1915. Con i rappresentanti di Gran Bretagna, Francia e Russia, fu firmato un patto segreto in base al quale l'Italia si impegnava a scendere in guerra a fianco dell'Intesa entro un mese. In caso di vittoria l'Italia avrebbe ottenuto il Trentino, l'Altro Adige , fino al Brennero, Trieste, Gorizia, Gradisca, parte dell'Istria e della Dalmazia. Nel maggio dello stesso anno, quando il governo Salandra presentò al governo di Vienna la dichiarazione di guerra, Riccardo Giusto, assieme ai suoi commilitoni, venne mandato sull'Altipiano del Kolovrat. Alle 2 di notte del 24 maggio 1915 l'esercito italiano mosse i primi passi all'interno del territorio austro-ungarico. Riccardo Giusto, assieme alla sua colonna, ebbe il compito di occupare la cima del Monte Natpriciar.   Contenuti speciali
    • la medaglia di Rommel
    • Riccardo Giusto l'errore del nome
    Durata 75 minuti
  •   Storia e rievocazioni sul Carso   durata 36 minuti
  • La mostra propone un itinerario espositivo che si snoda tra Gorizia, Udine e Redipuglia - e più avanti tra Trieste e Bruxelles - attraverso le architetture, il segno e la scrittura realizzati in tutto il mondo dall'architetto Paolo Caccia Dominioni di Sillavengo (Nerviano, Milano 1896 - Roma 1992) nel corso della sua intera vita, tracciando implicitamente un inedito ritratto della sua personalità di uomo indifferente ai beni materiali, spartano, preciso, incurante dei pericoli e ironico; oltre che di artista poliedrico dal segno formidabile ed avvincente, sensibile e misurato, interprete originale della modernità, che si distinse anche per l'incredibile capacità di raccontare la guerra attraverso disegni, dipinti e scritti eseguiti spesso quasi in diretta. In tale contesto il video, con le sue inedite testimonianze, propone un affondo esistenziale per avvicinare e conoscere una personalità di livello e dalle frequentazioni internazionali in cui l'equilibrio tra cuore e ragione e la sensibilità di cronista oggettivo della vita attraverso la pittura e la scrittura, rappresentano la cifra fondamentale e la chiave di lettura per apprezzare i libri, dal linguaggio contemporaneo ed essenziale già in epoca dannunziana, e ammirarne i disegni mossi dal vento e le architetture, connotate da una modernità sobria ed elegante, in cui il concetto di forma-funzione era già stato recepito agli esordi, con naturali intuizioni antesignane, dalla sua poliedrica intelligenza. Partecipano a questo racconto a più mani persone di estrazione, cultura e interessi diversi, concordi nel ricordare con nostalgia positiva la sua umanità, la sua arte, la sua signorilità e il suo valore.
  • Eravano sulla linea del fuoco - Il racconto di un Bersagliere della Grande Guerra Il racconto di un bersagliere della Grande Guerra ricostruito attraverso le memorie dei figli e i documenti d’archivio. Un esempio di trasmissione della memoria storica in cui la storia familiare si coniuga con la storia nazionale.
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    Escursioni e passeggiate tra i forti del Friuli In friuli combatterono anche tedeschi, austriaci, cechi, slovacchi, ungheresi, polacchi, croati, bosniaci, sloveni: il più vasto ed eterogeneo campo di battaglia della storia europea. Questo libro fa scoprire quei luoghi dimenticati: alle sorgenti del Tagliamento; Chiusaforte; i "Nidi delle aquile"; Resiutta, l'estrema barriera delle Alpi Giulie; la sentinella delle Prealpi; lo Sbarramento di Ospedaletto; la Fortezza di Osoppo; le Linea del Torre; la Testa di Ponte di Ragogna; i capisaldi della cintura morenica; i Forti della Pianura.
  • Quanta storia possono raccontarci ancora Caporetto e le giornate dell'autunno 1917? Cosa succede se si rilegge la Grande Guerra, partendo dai più recenti documenti ritrovati, se ci si confronta con la storicistica slovena, se si analizza la propaganda dell'epoca, si aprono gli archivi dell'esercito italiano? Esercito e popolazioni nella Grande Guerra non pretende di dare risposte conclusive su questi temi. Ma riesce sicuramente a stimolare domande, a creare suggestioni, a far sorgere interrogativi. In questo volume sono raccolti i saggi dei più importanti studiosi sul tema, per conoscere meglio e più a fondo cosa è veramente stato Caporetto e le sue conseguenze, può diventare grazie ai recenti recuperi di vestigia operati sulle Alpi Giulie. Con un contributo poetico e appassionato di una delle migliori penne della narrativa italiana contemporanea: Alessandro Baricco.
  • Fortezza Hermada 1915 - 1917 Dal maggio del 1915 all'estate del 1917 "Fortezza Hermada" sbarrò inesorabilmente la via per Trieste alle truppe italiane attestate poco oltre Monfalcone. Davanti ad essa vennero combattute battaglie paragonabili ai più aspri scontriu del fronte occidentale e i soldati dei due eserciti pagarono un pesantissimo tributo di sangue e sofferenza. Consapevole di ciò, questa guida porta alla scoperta delle trincee e delle caverne austro-ungariche del complesso delle cime dell'Hermada e si spinge oltre confine, in Slovenia, alla ricerca di vari "segni di guerra" (trincee e ricoveri, caverne, lapidi, graffiti)ne di importanti cimiteri di guerra austro-ungarici, elementi significativi di una storia troppo spesso dimenticata. Attraverso i "sentieri della guerra e della memoria" dell'Hermada percorreremo, nella splendida natura carsica, un vero e proprio "Museo all'aperto" internazionale, ricco di storia e di sorprese.
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