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Le trincee, le baracche, le mulattiere e i ricoveri sono stati i punti “geografici” nella storia sociale della Grande Guerra, essi rappresentano uno degli aspetti portanti dell’attività militare. La logistica legata al Genio fu infatti un aspetto decisivo della guerra difensiva che l’esercito combattè nell’ultimo anno. Il generale Marieni, comandante dell’aeronautica negli anni in cui l’Italia doveva recuperare ritardi e inefficienze, fu colui che dai giorni seguenti Caporetto fino alla fine della guerra comandò quell’esercito di oltre 150.000 uomini che costruirono le linee difensive, le strade e i ponti per l’offensiva finale, risolvendo ciclopici problemi logistici e difensivi. Questa biografia condotta sui documenti dell’Archivio Marieni consente di rivalutare il merito di un generale la cui opera è tutt’oggi visibile in tanti luoghi del paesaggio veneto. Oltre 170 foto inedite e una sessantina di piante, schizzi, grafici e tabelle provenienti dall’Archivio Marieni documentano l’opera di uno dei maggiori artefici della vittoria italiana
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Ali Dall'Adige al Brenta Le quasi 500 immagini per lo più inedite, con didascalie anche in inglese, la profondità delle ricerche d’archivio, la logica e la razionalità con la quale una grande quantità di dati è stata verificata, la descrizione dei documenti con approfondimenti bibliografici e storiografici fanno di questo volume un contributo destinato a segnare in modo importante gli studi sulla Prima Guerra Mondiale, in particolare sul travolgente sviluppo dell’Aeronautica nazionale.
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La fotografia di guerra sul Piave - Vol.1 Da Capo Sile a Ponte di Piave le imprese dei decorati e degli arditi Questo primo volume della collana fotografica sul Piave raccoglie immagini quasi tutte inedite sullo scontro tra i due eserciti, ma rappresenta anche la vita delle popolazioni e delle retrovie, con l’intento di fornire uno strumento per il recupero dei segni della storia nel territorio e una sua valorizzazione nei vari itinerari della Grande Guerra.
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La fotografia di guerra sul Piave - Vol.2 Da Ponte di Piave al Ponte della Priula L'esercito, la popolazione, i paesi e le battaglie Questo secondo volume della collana fotografica sul Piave raccoglie immagini quasi tutte inedite sulle distruzioni nei paesi e sulle trincee, ma rappresenta anche la vita delle popolazioni e delle retrovie, con l'intento di fornire uno strumento per il recupero dei segni della storia nel territorio e una sua valorizzazione nei vari itinerari della Grande Guerra che ogni anno richiamano un numero crescente di visitatori. La narrazione è affidata alla memorialistica inedita dalla quale si colgono le fasi delle tre battaglie del Piave attraverso le testimonianze dei combattenti di prima linea.
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Scoppio programmato - La geniale invenzione che avrebbe potuto cambiare il corso della guerra Prefazione di Luigi Emilio Longo A cura di Bruno Marcuzzo Questo libro avrebbe potuto titolarsi "Un genio alla guerra". Dopo aver letto le "memorie" di scrittori e poeti c'era da chiedersi che cosa poteva fare un inventore in guerra. Il caso ha voluto che fosse un medico a rappresentare la genialità italiana: un medico che inventò una spoletta con almeno mezzo secolo d'anticipo sui tempi. Le pagine sui trucchi che i generali imboscati e gaglioffi attuarono per impossessarsi della sua invenzione sono di un umorismo alla Wodehouse che sorprenderà il lettore.
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La storia degli Alpini e le tavole della "Domenica del Corriere" sembrano fatte apposta per integrarsi l'una nelle altre. Le tavole di Achille Beltrame, disegnatore unico della "Domenica del Corriere" per quarant'anni, e quelle successive di Walter Molino, hanno contribuito a veicolare nel Paese l'immagine positiva degli Alpini: l'Alpino è un "eroe" non per il gesto improbabile di lanciare la stampella contro il nemico (come il mutilato Enrico Toti), ma per la quotidianità della sua azione, per la resistenza di montanaro con la quale mantiene o conquista posizioni al limite del cielo, per il valore e l'ardimento richieste dalle scalate o dal movimento con gli sci. La ritirata nella sacca del Don, con la lunga teoria di uomini scuri che si muovono a fatica nel gelo, decimati dal freddo, dagli stenti e dal fuoco dell'Armata Rossa, trasforma però la sconfitta in epopea.
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IL LIBRO CHE RIEPILOGA LE PRINCIPALI BATTAGLIE COMBATTUTE IN VENETO E FRIULI. Con schizzi a colori, ricostruzioni delle battaglie attraverso geo book, immagini inedite, biografie dai generali, agli ufficiali, ai decorati. Un libro di storia militare di facile lettura che mancava nell’editoria italiana.
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Out of StockAlpini piemontesi, fanti della Sicilia, della Puglia, della Campania, delle Marche, dell’Emilia Romagna, del Veneto e della Lombardia, nonchè delle provincie di Alessandria e Casale Monferrato sono i protagonisti dei combattimenti contro gli I.R. Hoch - und Deutschmeister Nr. 4 e Potiorek Nr. 102 e altri reparti imperiali, descritti da Fritz Weber, in un tratto del fronte dell’Isonzo teatro per due anni di furibondi scontri a Plava, Zagora e Zagomilla. Frutto di una ricerca negli archivi dell’Ufficio storico dello Stato Maggiore e nell’archivio del generale Maurizio Gonzaga, il libro percorre le tappe delle battaglie e aiuta il riconoscimento dei luoghi ormai sommersi dalla vegetazione. Si tratta di posti legati a nomi entrati nell’epopea popolare come Maurizio Gonzaga, Giosué Borsi, Carlo Montanari, Ernesto Testa Fochi, Antonio Calamarà, Temistocle Franceschi e molti altri decorati. Una storia che collega gli avvenimenti ai luoghi e ai personaggi per rinvigorire il sentire comune e diffondere la conoscenza di atti valorosi il cui ricordo deve essere ravvivato di generazione in generazione.
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Il mito degli Alpini
15,00€Il mito degli Alpini si è concretizzato con lo scorrere del tempo come uno dei miti fondanti dell'Italia unita. Dalla conquista del Monte Nero ai massacri dell'Ortigara, si identificò i luoghi, le circostanze e i personaggi del costituirsi della vera propria Europa degli Alpini. In questo viaggio della e nella memoria l'Alpino-tipo si concretizza e si racconta non come un qualunque contadino-soldato pieno di disciplina, passività e rassegnazione, anzi un buon montanaro e un buon alpino sono pieni di intraprendenza, sanno arrangiarsi in qualunque circostanza, sono dei cento-mestieri allevati dalla vita ad affrontare le situazioni e a cavarsela. Questi risvolti comportamentali danno origine a tutta un'aneddotica, un colore e anche ad una letteratura che mostri come si alimenti il mito che intanto vien formandosi di questo soldato e uomo del popolo in divisa, fante, ma fante con la penna assolutamente speciale e con una sua pronunciata identità. Essi funzionano da sfogo e valvole di sicurezza, nella quotidianità colorita di una cronaca fitta di fiaschi di vino e di muli, salva però sempre l'adesione profonda a un mondo intimamente rispettoso dell'ordine e delle gerarchie "naturali". Espressione di una disciplina sociale diversa e civilmente superiore rispetto alla disciplina cieca imposta d'autorità sui piazzali delle caserme, ma soprattutto al rinnovamento di un patto della memoria, dagli effetti: un'inno alla giovinezza e all'ingenuità perduta per sempre nella morsa della Grande Guerra. -
Almeno non ignobili - Esteti, aristocratici ed eversori alla prova della Grande Guerra e dell'impresa di Fiume Questo libro propone un aspetto finora trascurato della storiografia: la guerra degli esteti e degli aristocratici. L'eroismo delle élites secondo un etica cavalleresca e patriottica. Gaetano Facchi, Alessandra, Carlo e Cesare Porro, Fulcieri Paulucci di Calboli, Ludovico Toeplitz, D'Annunzio e molti altri personaggi in una angolazione nuova della partecipazione alla Grande Guerra delle élites.
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Ai confini della patria - Distintivi, decorazioni e Kappenabzeichen della Prima Guerra Mondiale Sono poche in Italia le collezioni di distintivi e decorazioni come quella dei Civici Musei di Udine. Questo primo volume ha voluto riportarne solo una parte. Non resta che sfogliarlo e seguire i reparti militari nei loro innumerevoli e a volte illogici spostamenti così minuziosamente trascritti sulle medagliette, per entrare nel multietnico esercito del fu impero austro-ungarico. Un mondo di ieri in cui perdersi nella ricerca.
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Prefazione di Giorgio Rochat, presentazione di Pierluigi Scolé Cosa accade a un comandante di battaglione, coraggioso, pluridecorato e in perfetta sintonia con i suoi alpini del Monviso, quando gli viene dato il comando di un battaglione di alpini veronesi che, transitando il treno vicino alle loro case, lasciano il reparto e il loro comandante si rifiuta di far sparare su di loro? La vicenda di Ernesto Bassignano, cuneese, la cui carriera sotto le armi si dipana tra il 1892 e il 1919, rappresenta un tassello importante per la comprensione dei codici di comportamento degli ufficiali superiori e della reazione del Regio Esercito nei confronti di un comandante che non represse con violenza un atto d’indisciplina dei suoi uomini.
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Fucilate i fanti della Catanzaro. La fine della leggenda sulle decimazioni della Grande Guerra Per la prima volta viene ricostruita la più grande rivolta italiana nella Grande Guerra, quella di Santa Maria La Longa nella notte tra il 15-16 luglio 1917 e quella del 1916 sul Monte Mosciagh. Rivolte che portarono a decimazioni che generarono una leggenda. Frutto di una pluriennale ricerca d'archivio questo libro copre una lacuna storiografica su uno degli episodi più crudeli della guerra. Gli autori sono fra i maggiori storici della Grande Guerra, tra i loro libri: Francesco Baracca una vita al volo (1999), e le Fucilazioni sommarie nella prima guerra mondiale (2005).
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Delle migliaia di soldati schierati il 24 ottobre 1917 sulle pendici del Mrzli, davanti a Caporetto, non uno ripiegò con l’esercito in rotta, alimentando così la leggenda delle “brigate perdute”: i reparti che si sarebbero arresi senza combattere. Con un montaggio quasi cinematografico delle narrazioni degli ufficiali ‘in soggettiva’ l’autore ricompone un grande affresco, ridando voce ai giovani italiani in grigioverde di un secolo fa. Una narrazione rigorosa e avvincente che fa rivivere ogni minuto della giornata in cui ebbe luogo la battaglia più famosa della storia d’Italia. Il volume è illustrato da più di cento cartine e fotografie in gran parte inedite.
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La battaglia del Solstizio
22,00€Storici austriaci, ungheresi, francesi e italiani ricostruiscono la battaglia decisiva della Grande Guerra in tutte le sue sfaccettature: navale, aereonautica, terrestre, del servizio informazioni e dell’attività dietro le linee nemiche. Il libro più esaustivo sulla battaglia che determinò l’inizio della dissoluzione della Duplice Monarchia danubiana. Illustrato con schizzi originali a colori. -
Che cosa del passato è così importante da dover rimanere nella memoria per sempre? In quali ricordi si trovano custoditi i fondamenti della nostra identità? In quale modo la coscienza di sé permette alla collettività e ai suoi membri di percepirsi come unità
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Grande Guerra e ribellione contadina - Chiesa e Stato, possidenti e contadini in Veneto e Friuli (1866-1921) Dopo la Grande Guerra le campagne nord-orientali furono teatro della più grande agitazione agraria italiana che mobilitò oltre 580.000 contadini e braccianti organizzati dalle leghe cattoliche e socialiste. Nelle regioni teatro dello scontro tra due eserciti e occupate militarmente dagli austro-ungarici, si ebbe la più grande ribellione contadina del 900 italiano. Dal fitto intreccio di vicende individuali e delle storie famigliari dei proprietari emergono i caratteri sia di un popolo di contadini legati tenacemente alle consuetudini, alla solidarietà e all'associazionismo, ma emergono anche le caratteristiche delle élites terriere, dei parroci e dei vescovi.
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Morire per la Patria - I volontari del "Litorale Austriaco" nella Grande Guerra Il volume prende in esame il fenomeno del volontariato della Venezia Giulia o Litorale Austriaco, ripercorrendo le tracce di quei giovani, irredenti e non, che si presentarono alla prova del conflitto ricchi di idealità e di passioni. Ben presto, tuttavia, essi dovettero misurare il proprio slancio con la realtà di una guerra in cui il gesto individuale era sopraffatto dalla modernità messa al servizio della morte di massa. Il libro restituisce alla storia una vicenda che rappresenta forse l'ultimo baluardo del "mito della grande guerra", ricostruendo i percorsi di quanti ne furono protagonisti.
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All’alba della dichiarazione di guerra, i soldati italiani – per la gran parte emiliani - varcarono il confine all’oscuro di cosa li stesse aspettando. Questa è la loro storia, ricostruita tra testimonianze dirette e documenti inediti, per riportare alla luce un massacro per troppo tempo rimasto sepolto nei faldoni degli archivi.
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Non c'è un paese in Italia che non abbia almeno un suo cittadino caduto sul Carso. Finora non esisteva un volume che ricostruisse le terribili battaglie carsiche; le centinaia di foto e piantine a colori permettono a chiunque di conoscere uno dei momenti cruciali dell'esperienza degli italiani in guerra
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La verità su Caporetto
18,00€Cos’è Caporetto? Caporetto è la battaglia più importante della storia italiana ed è sinonimo di disastro, ma soprat- tutto di crisi morale, d’inaffidabilità degli italiani, di fuga e di viltà. Questo libro della nuova collana “La storia illustrata e raccontata”, ricostruisce tutte le fasi della battaglia illustrandole con schizzi, foto e planimetrie moderne a colori e soprattutto finalmente scritto e illustrato per un pubblico di lettori comuni -
Una battaglia che per dimensioni e importanza è superiore a Caporetto. Tra Pozzuolo e Codroipo il 30 ottobre 1917 quattro divisioni d’assalto tedesche attaccarono i 300.000 soldati dell’ala destra della 2a armata che si stavano ritirando verso il Tagliamento in decine di scontri. La battaglia costò 60.000 prigionieri, la perdita di tutti i 2000 cannoni della 2a armata e 16 colonnelli e generali (compresi due della gloriosa Sassari). Tranne in Kafka e in Bacchelli, essa non figura in nessun libro di storia e questa è la sua prima ricostruzione. Gli italiani riuscirono tuttavia a passare il Tagliamento.
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Le donne nella Grande Guerra
12,80€A Redipuglia tra i 100.000 c’è anche una donna e le donne nella Grande Guerra hanno centinaia di storie da raccontare. Questo primo libro di una collana racconta storie di donne con un eccezionale apparato fotografico e illustrativo ed è rivolto alle insegnanti e al mondo delle scuole. -
Le cariche della cavalleria a Pozzuolo del Friuli sono state nell’immaginario collettivo l’epica della Grande Guerra. In questa nuova collana La storia raccontata e illustrata quei combattimenti sono ricostruiti e narrati in tutti i dettagli. Un grande mosaico in cui finalmente si scopre come si svolsero i fatti.
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Il patrimonio storico della Grande Guerra - Commento alla legge 7 marzo 2001, n.78 ntroduzione di Alberto Monticone. La legge nazionale riguarda la tutela del patrimonio storico della Prima guerra mondiale. Essa è improntata a una tutela per incentivare e sostenere, più che a vietare, ma "l'usura del tempo e degli agenti atmosferici da un lato, la curiosità e l'interesse degli uomini dall'altro, vanno progressivamente e implacabilmente rimovendo". Per consegnare questo patrimonio alle generazioni future, occorre intervenire: è ciò che si premura di fare questa legge che rappresenta uno strumento eccezionale per la modernizzazione della memoria legata alla Grande Guerra. Il ricco apparato illustrativo documenta le maggiori o più originali operazioni di recupero e valorizzazione sin qui realizzate, dagli itinerari, ai reperti, alle mostre, ai centri di documentazione, ai monumenti, ecc.
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Out of StockLa Passione e la gloria del Cividale
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Attraverso le lettere ed il diario di guerra di uno dei più importanti dirigenti del Nazionalismo italiano si ripercorrono le vicende di guerra del capitano milanese Castellini, che con la Brigata Cuneo, il Battaglione Monrosa e Val Cordevole e il 3° Raggruppamento alpini, combattè sulle Dolomiti, sull'Adamello e sul Grappa.
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I distintivi delle truppe alpine 1915-1945 Quest’opera non vuole essere solo uno strumento utile al collezionista, ma vuole soprattutto tenere desta e consegnare alle nuove generazioni la memoria della storia, delle tradizioni e dello spirito di corpo delle Truppe Alpine. Questa pubblicazione non è solamente un catalogo: vi sono elencati, codificati e descritti tutti i distintivi dei reparti alpini coniati tra il 1915 ed il 1945, di cui si ha notizia, ma vi si racconta anche la storia di tutti quei reparti di cui è stato catalogato e descritto il distintivo. La storia Si è ritenuto necessario introdurre anche la storia dettagliata di quei reparti i cui distintivi sono trattati in questa pubblicazione, con lo scopo di dare la possibilità al lettore di inquadrare il distintivo nella vita del reparto. Di ogni reparto è stata citata la data di nascita, la sua costituzione organica e le modifiche che questa ha subito nel tempo; le dipendenze organiche e loro variazioni. Sono state elencato le Campagne di guerra a cui il reparto ha partecipato fino al suo scioglimento o, fino ad oggi, per quelli ancora in vita. La storia del reparto precede la codificazione e la descrizione dei suoi distintivi. I distintivi sono stati elencati secondo un criterio ordinativo prettamente militare. Sono stati ordinati in sette grandi “Gruppi” che si riferiscono alle Grandi Unità, alle Armi: – fanteria, artiglieria e genio – ed ai Servizi delle Truppe alpine. Nel I° gruppo sono trattati i distintivi delle Grandi Unità alpine; nel II° gruppo quelli delle unità della fanteria alpina, nel III° quelli dell’artiglieria alpina, nel IV° quelli del genio alpino; nel V° quelli dei Servizi dei reparti alpini, nel VI° quelli dei reparti addestrativi. Il VII° Gruppo infine sono catalogati i distintivi dei reparti alpini che hanno fatto parte dell’Esercito della Repubblica Sociale Italiana. I Gruppi sono a loro volta suddivisi in Sezioni in base al livello organico dei reparti che usavano il distintivo: Armata, Divisione, Brigata, reggimento, battaglione, gruppo, compagnia e batteria. I reparti che fanno parte di una Sezione sono elencati in ordine alfabetico o numerico a seconda che il reparto sia contraddistinto da un nominativo o da un numero. ed i loro distintivi sono contraddistinti da un numero progressivo all’interno della Sezione. Quando un reparto ha avuto più distintivi, questi sono elencati in ordine cronologico e numerati progressivamente. Le varianti di uno stesso distintivo sono indicate ciascuna con una lettera. Ogni distintivo, pertanto, è indicato con un numero romano che indica il gruppo, con una lettera maiuscola che indica la sezione e con un numero arabo progressivo, relativo alla Sezione di appartenenza, mentre le sue varianti sono indicate ciascuna con una lettera. Ad esempio il primo distintivo coniato del 3° reggimento artiglieria alpina è classificata come: III°/A-2-a.
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Storie di guerra, di medicina e di letteratura Medicina e guerra, medicina e psicologia e medicina e letteratura sono i tre filoni in cui si snodano gli oltre settanta interventi di storia della medicina. Un libro prezioso non solo per gli specialisti ma anche per gli appassionati di storia.
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Quando si parla del “vissuto” della grande guerra vengono predilette le testimonianze d’intellettuali o di eroi, quelli, per intenderci che vengono colpiti in fronte e hanno il tempo di pronunciare frasi complicate e lunghissime, date le condizioni, sempre inneggianti a sentimenti elevati, a vittorie e all’onore del reggimento. Nella realtà storica morire per un colpo in fronte era una fortuna. La gran parte dei combattenti rimaneva infatti ferita. E non moriva subito. Non si può capire cosa sia una guerra senza conoscere le devastazioni nei corpi di giovani bersaglieri erculei, di fanti, di alpini sornioni, di territoriali con moglie e figli. Ragucci, napoletano, cinquantenne maggiore medico, è un personaggio della borghesia partenopea, pieno di garbo, cultura e umanità, catapultato nel cuore delle Dolomiti, a Cortina, a dirigere l’ospedale 040 nel famoso Hotel Cristallo della famiglia Menardi, sotto i boschi del Faloria; è questa l’epicità della grande guerra: un napoletano che racconta il fascino unico delle nevicate, dei boschi, dei ruscelli, dei tramonti e delle notti in uno dei luoghi più belli d’Italia e nel contempo narra ciò che accade dentro l’ospedale 040 dove per due anni arrivano centinaia di italiani feriti, congelati e sommersi da valanghe. Mai ci era stato dato di leggere pagine più dense sulla ritirata causata dallo sfondamento di Caporetto come quelle di Ragucci. Il suo libro è prezioso perché fa capire veramente cosa causavano i combattimenti e la guerra all’addiaccio, la guerra sopra i 2.000 metri, che nessun altro ufficiale ha mai raccontato.
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Per molti sarà sorprendente scoprire che anche i cani, gli animali che sono a ragione considerati i migliori amici degli uomini, hanno preso parte attiva nei diversi episodi bellici della nostra storia. Qui sono narrate, con ricchezza di particolari e annotazioni inedite, le vicende delle migliaia di cani che l’esercito austro-ungarico utilizzò, alla stregua di veri e propri soldati, nel corso della Prima Guerra Mondiale. Si racconta come I cani fossero letteralmente mandati in guerra per un periodo di leva e, se attraversavano indenni la miriade di pericoli e traversie cui erano costretti, restituiti ai loro padroni. Le regole d’ingaggio, scrupolosamente riproposte dai documenti ufficiali dell’epoca, prevedevano l’assegnazione alle mansioni più diverse: dal traino di carrette per il trasporto di materiali e feriti alla segnalazione dei soldati colpiti (Sanitätshund), dalla guardia a prigionieri e obiettivi militari (Polizeihunde) alla caccia ai ratti che si insinuavano nelle trincee. La ricca documentazione fotografica, accompagnata da illustrazioni dell’epoca, riporta un aspetto poco conosciuto della Prima Guerra Mondiale nella cui evoluzione i cani, progenitori di quegli stessi animali che oggi abitano le nostre case, ebbero un ruolo tutt’altro che secondario e definito da norme ben precise. Avventure di guerra, commoventi e crudeli, di un esercito di cani di tutte le razze, costretto a una missione che non era certamente nella sua indole.
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La Grande Guerra fu la guerra in cui i mezzi di distruzione di massa assunsero il ruolo preponderante. Furono molte le forme di distruzione oltre alla morte sul campo e per ferite: vi fu la distruzione della mente – la pazzia, di qui l’analisi delle lettere dagli ospedali psichiatrici –, la distruzione della capacità riproduttiva e della famiglia – la nascita degli “illegittimi” –, la distruzione per malattie che non figura quasi mai nelle statistiche ma comportò la morte di oltre 180.000 soldati – il saggio di Ceschin è un importante contributo alla storiografia di guerra –, e infine la distruzione totale: la Spagnola. Un volume fondamentale per la storia sociale della Grande Guerra
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Zaino di sanità
18,00€Prefazione di Paolo Gaspari Se con "I Tetti rossi: ricordi di un manicomio", vinse il Premio Viareggio nel 1931, con "Zaino di sanità" fornisce un testo di preziosa testimonianza sulla vita di un medico in prima linea, nella Dolina delle Caverne sul Carso. La sua presenza a Santa Maria la Longa nella notte in cui si svolge l’ammutinamento di alcuni reparti della Catanzaro con la conseguente decimazione è l’unica testimonianza di uno dei momenti più drammatici della Prima Guerra Mondiale. Il volume contiene saggi di Arnaldo Cherubini, Carlo Cordié e l’Itinerario Tumiati alla Dolina delle Cavernedi Paolo Pizzamus con la descrizione dei fatti d’arme. -
Da sotto la Marmolada II - Reperti di guerra - Guida al Museo di Passo Fedaia - Marmolada
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Mediterraneo imperiale - Breve storia della marina da guerra degli asburgo 1866-1918 Le vicende misconosciute della k.u.k. Kriegsmarine, attraverso le storie di uomini e navi. Nella battaglia di Lissa (20 luglio 1866), poco prima dell’affondamento della corazzata italiana Re d’Italia, Maximilian Daublesky von Sterneck, il comandante di quella austriaca, urlò in veneto al suo timoniere, Tommaso Penzo detto Ociai: «Daghe dosso che la ciàpemo». Di Tegetthoff fu invece la celebre frase a conclusione della battaglia: «navi di legno comandate da teste di ferro hanno sconfitto navi di ferro comandate da teste di legno». Il racconto della marina imperiale si snoda in mezzo secolo e riserva al lettore infinite sorprese.
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Scrittori austriaci sul fronte dell'Isonzo - Reportage del Kriegspressequartier