• Prefazione di Giorgio Rochat, presentazione di Pierluigi Scolé Cosa accade a un comandante di battaglione, coraggioso, pluridecorato e in perfetta sintonia con i suoi alpini del Monviso, quando gli viene dato il comando di un battaglione di alpini veronesi che, transitando il treno vicino alle loro case, lasciano il reparto e il loro comandante si rifiuta di far sparare su di loro? La vicenda di Ernesto Bassignano, cuneese, la cui carriera sotto le armi si dipana tra il 1892 e il 1919, rappresenta un tassello importante per la comprensione dei codici di comportamento degli ufficiali superiori e della reazione del Regio Esercito nei confronti di un comandante che non represse con violenza un atto d’indisciplina dei suoi uomini.
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    A un passo dalla pianura: il confronto tra la strategia italiana e quella austriaca. Vi sono nomi di offensive militari che consegnano alla posterità, come Barbarossa, Overlod o Desert Storm. La Strafexpedition di questo libro è il tentativo imperiale di spezzare in due il fronte italiano; un racconto avvincente della più grande battaglia difensiva combattuta in Italia su un fronte di montagna durante la Grande Guerra.
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    Oltre che i principali combattimenti dei flammieri italiani, questo libro analizza il funzionamento degli apparecchi e riporta il racconto degli ufficiali, attraverso schede dei vari tipi di lanciafiamme e approfondisce le tattiche d'azione con mappe a colori della posizione dei reparti lanciafiamme nelle varie battaglie. Il libro definitivo sulle specialità che fu di Curzio Malaparte e di Paolo Caccia Dominioni.
  • L'impossibile missione di Romanelli - Un ufficiale italiano nell'Ungheria della rivoluzione Quando il 4 novembre 1918 a Padova fu stipulato l’armistizio di Villa Giusti non era passata per la mente degli italiani che l’impero austro-ungarico sarebbe stato distrutto dalle rivoluzioni nazionali e dalle rivoluzioni sociali. Il Regio Esercito affidò a un tenente colonnello d’artiglieria che conosceva perfettamente il tedesco il compito di far applicare i termini dell’armistizio al governo rivoluzionario ungherese di Béla Kun che aveva appena espulso le delegazioni degli eserciti alleati. L’opera di Guido Romanelli in Ungheria durante il periodo rivoluzionario e l’occupazione militare rumena è entrata nella leggenda. Oltre che salvare migliaia di italiani d’Ungheria ex sudditi austriaci, salvò anche migliaia di ungheresi dalle esecuzioni sommarie, con sapienti e accorte azioni legali e illegali, palesi e occulte, melliflue e d’autorità, dimostrando un’umanità che in un epoca di rivoluzioni e controrivoluzioni rappresentò per molti ungheresi il solo conforto e l’unica possibilità di salvezza. È considerato eroe nazionale ungherese.
  • L'esercito della morte - Dall'Africa al Carso. Il diario di un volontario irredento Guido Favetti Prefazione di Fabio Todero. A cura di Giuseppe Magrin. Dopo la pace del 1866 i detenuti politici vennero liberati, meno Carlo Favetti che continuò a restare chiuso nella sua squallida prigione. Vittorio Emanuele II, informato del fatto, telegrafò a Vienna "O liberate il Favetti, o io sospendo la pensione agli ex impiegati austriaci nelle mie province...!". La minaccia sortì buon effetto, ma ben presto il Favetti tornò a cadere in disgrazia dell'Austria, e allora si trasfer assieme alla famiglia a Venezia. Questo fu il nonno dell'irredento Guido - il padre era proprietario delle cave di marmo di Aurisina. Il suo diario tratta della sua vita come ingegnere in Africa, i suoi innamoramenti e la volontà di combattere per la liberazione dei territori italiani.
  • L'erbariol - Piante spontanee di usi alimentare nella Bisiacaria
  • La prima ricostruzione dettagliata, e narrata, dell’azione di ricognizione e di combattimento degli aerei italiani nei giorni di Caporetto, con la descrizione dei combattimenti e degli equipaggi. Oltre 400 i personaggi della narrazione. Il volume è completato da oltre 80 immagini inedite di aerei con le loro schede tecniche
  • Il libro fa rivivere i 442 giorni di assedio che portarono alla conquista di Gorizia da parte dell’Esercito Italiano. Una meticolosa ricerca delle rare fonti disponibili (diari privati, articoli di giornale, documenti ufficiali) ha permesso di ricostruire una cronistoria quotidiana del primo grande assedio subito da una città europea nell’epoca moderna. Il violentissimo scontro che portò alla presa della città viene visto non tanto dalla parte dei combattenti, quanto da quella dei civili che rimasero imprigionati, per scelta o necessità, in una città che veniva giorno dopo giorno rasa al suolo. Furono i goriziani a sperimentare per primi alcuni degli orrori che diventeranno tanto comuni nei conflitti seguenti come i bombardamenti aerei, l’attacco indiscriminato a obbiettivi civili, gli esodi di massa e i campi d’internamento. La storia dell’assedio di Gorizia è stata però per quasi un secolo un argomento quasi dimenticato dalla storiografia ufficiale forse prigioniera di stereotipi irredentistici o nostalgici tanto forti quanto parziali. Questo volume pubblicato nel centenario della fine dell’assedio permette di riempire questa lacuna nella nostra memoria comune.
  • L'amico del Re - Il Diario di guerra inedito dell'aiutante di Vittorio Emanuele III Volume III (1917) I libri che danno la dimensione della guerra vissuti negli alti comandi. Il 3° volume del diario inedito sulla Guerra del Re che riguarda l’anno terribile, il 1917, con Caporetto e la sede padovana della casa militare del re.
  • Kappenabzeichen Distintivi da berretto austroungarici - Piccoli oggetti d'arte e di racconto della grande guerra Prefazione di Walther Schaumann Piccoli oggetti d'arte e di racconto della grande guerra Prefazione di Walther Schaumann. Il volume analizza i distintivi da berretto dell'esercito austroungarico per presentarli e farli conoscere al di fuori del semplice schematismo militare. Non solo quindi come il distintivo di questo o quel reparto, ma come quello che è in realtà: un piccolo oggetto d'arte ricco di storia. Questi particolarissimi oggetti sono infatti analizzati dal punto di vista del regolamento militare e da quello della propaganda di guerra. Essi sono così inquadrati nell'arte del loro tempo. Non un catalogo quindi ma un compendio sulla storia del Kappenabzeichen. Il volume è riccamente illustrato a colori, con schede esplicative dei singoli distintivi e degli oggetti a essi correlati. Das Buch analisiert die Kappenabzeichen des österreichischen-ungarischen Heeres, um sie außerhalb des einfachen militärischen Schematismus vorzustellen und bekannt zu machen. Nicht nur als Abzeichen dieser oder jener Abteilung, aber was es in Wirklichkeit ist: ein kleiner Kunstgegenstand, reich an Geschichte. Diese besonderen Gegenstände sind in Hinsicht der militärischen Vorschriften und der Kriegspropaganda analisiert. Sie sind in die Kunst ihrer Zeit eingeordnet. Kein Katalog, aber eine Zusammenfassung in der Gschichte der Kappenabzeichen.
  • Itinerari segreti della Grande Guerra nelle Dolomiti vol 5 - Castelletto e Tofana di Rozes.  Sassi e postazioni di guerra in alta Val Travenanzes I Sassi di Guerra, quelli dell’alta Val Travenanzes e di forcella Col dei Bòs: “A chi si affacci anche ora dalla Forcella, la valle si presenta in tutta la sua imponente grandezza: brevi radure verdi a cornice di macereti cosparsi di massi innumerevoli, quale più quale meno grande, di moli bizzarre alle quali la forma e la guerra diedero quei nomi entrati ormai nella storia e nella leggenda” così Renzo Boccardi in Uomini contro montagne. Questi posti racchiudono ancora molti segreti, parte dei quali, forse, l’autore riesce a svelare. Ne rimangono altri ad esempio il percorso compiuto da Carugati per raggiungere la prima volta Cengia Polin e le Tre Dita. L’emozione che si prova nel raggiungere postazioni come la stessa Cengia Polin, lo Scudo, Quota Gaspard, ecc., rimane indelebile per sempre.
  • Itinerari segreti della Grande Guerra nelle Dolomiti vol 4 - Monte Piana -Monte Piano: il balcone delle Lavaredo. Teston di Monte Rudo - Monte Specie Continua con il 4° Volume la fortunata serie degli itinerari della Grande Guerra nelle Dolomiti. La prima vera guida alla Grande Guerra nella zona delle Tre Cime di Lavaredo.
  • Itinerari segreti della Grande Guerra nelle Dolomiti vol 2 - Dal Lagazuoi, Fanis, Col Rosà, Son Pòuses alla Croda de r'Ancòna: i luoghi "nascosti" e difficili da scoprire tra i boschi e le crode. L'escursionista trova in questa guida gli itinerari per arrivare ai giacimenti della storia e la lettura dei segni e delle tracce ove la natura, prendendo il sopravvento sulla storia, ha ricoperto o fagocitato.
  • Itinerari segreti della Grande Guerra nelle Dolomiti vol 12 - Tre Cime di Lavaredo. Paterno - Torre Toblin - Sasso di Sesto I percorsi più facili e quello più impegnativi tra Monte Piana, Paterno e Tre Cime di Lavaredo.
  • Itinerari segreti della Grande Guerra nelle Dolomiti vol 11 - Marmolada. Col di Lana-Sief 5° Per escursioni familiari e per esperti, sono qui individuati 12 itinerari in uno degli scenari più suggestivi della Marmolada.
  • Itinerari segreti della Grande Guerra nelle Dolomiti vol 1 - Dal Sas de Stria alle Tofane: i luoghi "nascosti" e difficili da scoprire, lungo i boschi e le crode. Alpini piemontesi del Val Chisone e del Fenestrelle, veneti del Belluno, sardi della Reggio, Standschützen ampezzani, Tiroler Kaiserjäger, Jäger bavaresi e prussiani sono alcuni dei reparti che combatterono e vissero nelle condizioni estreme sulle cime delle Dolomiti di Cortina. Molti "segni" delle loro vicissitudini sono oggi sentieri, rifugi e ferrate, altri rimangono celati e nascosti, proprio perché erano nati per non essere visibili o per i luoghi impervi e "impensabili" che i Comandi avevano scelto. Il loro fascino è quello di esistere, e di svelarsi solo casualmente.
  • L'unica guida storico-escursionistica che porta il visitatore alla scoperta delle trincee, dei campi delle battaglie e dei monumenti del fronte italo-austriaco del Carso e dell'Isonzo con un linguaggio semplice e chiaro, adatto anche "ai non addetti ai lavori". Un'aggiornata, esauriente introduzione storica su ciò che è necessario sapere sulla guerra di trincea, sugli eventi bellici e sui grandi e piccoli monumenti sorti in memoria del conflitto, ma anche una guida per conoscere i diversi e non sempre evidenti "segni di guerra" del Carso e del Collio goriziano anche oltre confine, attraverso 11 Itinerari riccamente illustrati, facili da percorrere a piedi e in macchina, interessantissimi sia dal punto di vista storico che naturalistico.
  • Passo della Morte, Passo del Diavolo, Dolina dei Bersaglieri, Dolina Piras: questi sono alcuni nomi dell'inferno carsico, ma nessuno evoca un sacrificio di sangue come le trincee delle Frasche e dei Razzi che hanno inghiottito gli assalti disperati dei fanti della Macerata, della Siena, della Chieti e dellaSassari. Questo libro è più di una guida alla visita dei luoghi di un sacrificio collettivo, è un tassello dell'opera di recupero della memoria storica di tutti gli italiani.
  • Sovrastando la città di Gorizia a settentrione, il Monte Sabotino è il testimone silenzioso di una storia che affonda le origini in un passato lontano. Attraverso le sue trame racconta la storia di genti e natura che, nel corso dei secoli, hanno contribuito a formare la nostra attuale civiltà. Una porzione di territorio di pochi chilometri quadrati dove si possono leggere come in una enorme enciclopedia naturale tutte le fasi che hanno contraddistinto lo sviluppo e l’evoluzione delle zone e dei popoli di questo lembo d’Italia. Il Sabotino è un grande libro aperto sulla storia
  • Itinerari di arte e fede nel Friuli Venezia Giulia
  • Il forlinese Italo Stegher è uno dei 360 decorati di medaglia d'oro della Grande Guerra. Ha 23 anni, è capitano, comanda una compagnia della brigata Taro; è in altre parole il modello di un giovane borghese, acculturato, patriota, pervaso dal senso di completare l'unità d'Italia. Circondato da austro-ungarici travestiti da italiani durante la Battaglia della Bainsizza nell'agosto 1917, non si arrende e viene ucciso. Questo racconto della sua breve vita e del suo coraggio dà significato al "commemorare" i 100 anni da quella guerra per dare voce ai cittadini che ci hanno proceduto nel processo faticoso dell'acquisizione dei diritti e doveri di cittadinanza.
  • In guerra e in prigionia - 28 febbraio 1917 22 dicembre 1918 Seconda Guerra MondialeFrancesco Isola nasce a Montenars, allora frazione di Artegna, il 6 luglio 1897 da Isidoro e Zecchini Lucia. Consegue il titolo professionale di assistente edile in una scuola privata di Gemona. Frequenta la Scuola tecnica governativa di Udine con licenza nel 1914. Inizialmente aiuta il padre agricoltore nell’azienda di famiglia prima ad Artegna, dove si sono trasferiti da Montenars, quindi a Gradisca di Spilimbergo Viene arruolato dal Distretto militare di Sacile con la classe 1898 nel 57° Reggimento Fanteria con sede a Padova. Parte per il fronte nell’aprile 1917 da Faedis dove riceve l’intero equipaggiamento da guerra, comprese le armi da fuoco. Alcuni giorni dopo, a marce forzate, passando per Caporetto raggiunge le località di Volaria e Gabria sul fronte di Tolmino. Ai primi di maggio viene schierato sulla linea di combattimento, sulle falde tra il monte Merzli ed il Vodil dove passa al 155° Fanteria, Brigata Alessandria. Viene mandato dal Comandante a stabilire un contatto per ricevere ordini, dato che le segnalazioni non funzionano a causa di un furioso bombardamento nemico. e viene catturato dagli Asburgici. Rimane prigioniero per 15 mesi in vari campi di prigionia tra cui Dortmund, rientrando nel febbraio 1919, al termine del conflitto, dopo un avventuroso viaggio attraverso l’Olanda e la Francia. Viene trattenuto al Corpo per altri 18 mesi durante i quali è chiamato a reprimere i moti rivoluzionari nelle campagne del Padovano. E’ congedato il 15 maggio 1920 (con decreto 7.11.20) dopo quasi 40 mesi lontano da casa.
  • Il volto di medusa VOL. 1 L'abisso quotidiano nelle trincee Nel suo viaggio agli Inferi Ulisse fu preso a un certo punto da "una pallida angoscia" all'idea d'incontrare la Gorgone e immediatamente se ne andò. "La morte negli occhi" così è stato chiamato questo mostro dall'età arcaica a cui Perseo riuscì a mozzare la testa perchè la vide riflessa nello scudo di Atena. Nello stesso modo noi in questo libro vediamo riflessi solo dei frammenti, delle immagini, di quella furia con la quale le élites europee distrussero se stesse e la supremazia che l'Europa aveva nel mondo. Questo libro coglie i vari momenti dell'orrenda ecatombe della gioventù migliore che le classi dirigenti europee non seppero evitare. Guardiamo a questa serie di foto apprezzando l'onestà personale di chi le ha realizzate. Parlano alla memoria di tutti coloro che al giorno d'oggi sanno costruirsi un percorso personale di memoria storica, andando a rivisitare gli antichi trinceramenti, osservano e rispettano i graffiti lasciati sulle pietre carsiche e sulla montagna dai soldati della Grande Guerra, rileggono diari e testimonianze. Sono loro che combattono una battaglia di conoscenza a tutela della loro dignità e di quella del nostro patrimonio storico.
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    Alpini piemontesi, fanti della Sicilia, della Puglia, della Campania, delle Marche, dell’Emilia Romagna, del Veneto e della Lombardia, nonchè delle provincie di Alessandria e Casale Monferrato sono i protagonisti dei combattimenti contro gli I.R. Hoch - und Deutschmeister Nr. 4 e Potiorek Nr. 102 e altri reparti imperiali, descritti da Fritz Weber, in un tratto del fronte dell’Isonzo teatro per due anni di furibondi scontri a Plava, Zagora e Zagomilla. Frutto di una ricerca negli archivi dell’Ufficio storico dello Stato Maggiore e nell’archivio del generale Maurizio Gonzaga, il libro percorre le tappe delle battaglie e aiuta il riconoscimento dei luoghi ormai sommersi dalla vegetazione. Si tratta di posti legati a nomi entrati nell’epopea popolare come Maurizio Gonzaga, Giosué Borsi, Carlo Montanari, Ernesto Testa Fochi, Antonio Calamarà, Temistocle Franceschi e molti altri decorati. Una storia che collega gli avvenimenti ai luoghi e ai personaggi per rinvigorire il sentire comune e diffondere la conoscenza di atti valorosi il cui ricordo deve essere ravvivato di generazione in generazione.
  • Il tempo della trincea. Scritture, emozioni, visioni.
  • La Grande Guerra è forse l'unico fatto storico del quale si possa andare fieri, al quale far risalire l'amor di patria e la presa di coscienza legata al momento basilare del cammino della cittadinanza politica. Il momento dell'amalgama non è quindi il Risorgimento o la Resistenza - in quanto compiuti da poche migliaia di italiani e sfociati comunque in guerre civili - ma come chierisce l'autore il senso di patria e di fierezza possono basarsi a pieno titolo sul sacrificio collettivo pagato da tutti durante la Prima guerra mondiale.
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    Monte San Gabriele, 1917, Grande Guerra: l'epopea dell'arcangelo maledetto. Questa cresta fu teatro di una delle imprese più avanzate della guerra tra i nostri reparti d'assalto e le Sturmtruppen austro-ungariche. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, ancora una volta uomini di opposti schieramenti si confrontarono con le armi in pugno per il controllo di questa cima. Sotto gli occhi dei partigiani e dei marò apparvero così tra la neve le tracce del precedente sanguinoso conflitto e i nomi dei luoghi narrati dai padri ridiventarono ricordi vivi e pulsanti.
  • Il rovescio delle medaglie al Valor Militare
  • Centinaia di cartoline dell'impero austro-ungarico rappresentano il modo d'essere di quel mondo di ieri da cui si sono formate le nazioni di mezza Europa. Divise dall'Autore in "stanze", le cartoline divengono così il racconto visivo dell'atmosfera di quel mondo: cartoline con la schietta semplicità di un ambiente famigliare, borghese. Tedesco ma famigliare, con quello che Zweig chiama "l'odore umidiccio, muffoso, caratteristico di quella casa come di tutti gli uffici pubblici austriaci, quell'odore che gli austriaci chiamavano "erariale", una puzza di stanze troppo riscaldate, troppo affollate, mai bene arieggiate, che compenetrava prima le vesti e poi anche le anime". Le schede delle copertine contengono i dati sugli artisti, sugli stampatori e sull'argomento così da consentire al collezionista la più precisa catalogazione
  • Il racconto dei segni
    Il racconto dei segni della Grande Guerra. I segni della Grande Guerra sul fronte italo-austriaco, sono ancora presenti come vecchie ferite che tardono a rimarginarsi. La guerra di posizione impose lo scavo di chilometri di trincee e camminamenti, di centinaia di ricoveri e caverne, estesi baraccamenti e poi strade e mulattiere, acquedotti e cimiteri per i tanti che non tornarono. Il libro presenta una nicchia poco nota di questo patrimonio storico molto particolare, perché di difficile ritrovamento ed anche emotivamente coinvolgente: le "iscrizioni di guerra". Fregi di reparti, semplici graffiti lasciati da soldati che hanno inciso il loro nome, un messaggio di speranza "Mamma tornerò", o addirittura imponenti costruzioni sulle quali campeggiano i nomi dei comandanti. La presentazione di una documentazione unica che possa ispirare ai giovani i valori universali di pace e fratellanza tra i popoli.
  • L'attacco austro-ungarico con il cloro-fosgene del 29 giugno 1916 ha segnato profondamente la memoria collettiva italiana. In pochi minuti morirono 2900 soldati e molti altri nei mesi seguenti. Questo è il libro che ricostruisce la genesi e lo svolgimento dei fatti, con i personaggi e le mappe a colori dei due schieramenti.
  • Dieci itinerari da Treviso al Piave sia sulla riva destra che sulla sinistra, corredati da 180 foto d'epoca, foto a colori, schizzi e cartine, cippi e lapidi. Tutto quello che c'è da vedere e scoprire in un territorio in cui la guerra rivive nella memoria collettiva
  • Libro fondamentale per conoscere lo stretto rapporto tra scelte politiche e preparazione militare nel periodo dal 24 luglio 1914 all'entrata in guerra dell'Italia il 24 maggio 1915. Sfata alcune leggende e luoghi comuni sull'impreparazione militare italiana, individua le responsabilità politiche dello scollamento tra condotta politica della prolungata neutralità e il disegno di guerra via via intrapreso da Cadorna per la mobilitazione di milioni di cittadini-combattenti.
  • Il patrimonio storico della Grande Guerra - Commento alla legge 7 marzo 2001, n.78 ntroduzione di Alberto Monticone. La legge nazionale riguarda la tutela del patrimonio storico della Prima guerra mondiale. Essa è improntata a una tutela per incentivare e sostenere, più che a vietare, ma "l'usura del tempo e degli agenti atmosferici da un lato, la curiosità e l'interesse degli uomini dall'altro, vanno progressivamente e implacabilmente rimovendo". Per consegnare questo patrimonio alle generazioni future, occorre intervenire: è ciò che si premura di fare questa legge che rappresenta uno strumento eccezionale per la modernizzazione della memoria legata alla Grande Guerra. Il ricco apparato illustrativo documenta le maggiori o più originali operazioni di recupero e valorizzazione sin qui realizzate, dagli itinerari, ai reperti, alle mostre, ai centri di documentazione, ai monumenti, ecc.
  • Il campo di battaglia del Piave volume 3° Gli itinerari: Resistenza e contrattacco Con gli Arditi al Piave La difesa del fiume Ritorno sul Montello con il poeta Andrea Zanzotto
  • Il Montello Vol.2 - Gli itinerari nei racconti dei testimoni: la via dei Croderi, il Sentiero della brigata Lucca e l'itinerario dei Sopraffatti Il campo di battaglia del Piave volume 2° La via dei Croderi. La sete del soldato Antonio di Teodoro. J. F. Triska artigliere cecoslovacco al Piave. Sentiero storico Brigata "Lucca"; colpo di mano del XXVII Reparto d'Assalto verso Fontigo. Zattere e zattieri. Sopraffatti; bombardieri del 34° Gruppo a Fontane Ombrose; notte d' attesa.
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