• Sovrastando la città di Gorizia a settentrione, il Monte Sabotino è il testimone silenzioso di una storia che affonda le origini in un passato lontano. Attraverso le sue trame racconta la storia di genti e natura che, nel corso dei secoli, hanno contribuito a formare la nostra attuale civiltà. Una porzione di territorio di pochi chilometri quadrati dove si possono leggere come in una enorme enciclopedia naturale tutte le fasi che hanno contraddistinto lo sviluppo e l’evoluzione delle zone e dei popoli di questo lembo d’Italia. Il Sabotino è un grande libro aperto sulla storia
  • L'unica guida storico-escursionistica che porta il visitatore alla scoperta delle trincee, dei campi delle battaglie e dei monumenti del fronte italo-austriaco del Carso e dell'Isonzo con un linguaggio semplice e chiaro, adatto anche "ai non addetti ai lavori". Un'aggiornata, esauriente introduzione storica su ciò che è necessario sapere sulla guerra di trincea, sugli eventi bellici e sui grandi e piccoli monumenti sorti in memoria del conflitto, ma anche una guida per conoscere i diversi e non sempre evidenti "segni di guerra" del Carso e del Collio goriziano anche oltre confine, attraverso 11 Itinerari riccamente illustrati, facili da percorrere a piedi e in macchina, interessantissimi sia dal punto di vista storico che naturalistico.
  • La prima ricostruzione dettagliata, e narrata, dell’azione di ricognizione e di combattimento degli aerei italiani nei giorni di Caporetto, con la descrizione dei combattimenti e degli equipaggi. Oltre 400 i personaggi della narrazione. Il volume è completato da oltre 80 immagini inedite di aerei con le loro schede tecniche
  • IL LIBRO CHE RIEPILOGA LE PRINCIPALI BATTAGLIE COMBATTUTE IN VENETO E FRIULI. Con schizzi a colori, ricostruzioni delle battaglie attraverso geo book, immagini inedite, biografie dai generali, agli ufficiali, ai decorati. Un libro di storia militare di facile lettura che mancava nell’editoria italiana.
  • Il mito degli Alpini si è concretizzato con lo scorrere del tempo come uno dei miti fondanti dell'Italia unita. Dalla conquista del Monte Nero ai massacri dell'Ortigara, si identificò i luoghi, le circostanze e i personaggi del costituirsi della vera propria Europa degli Alpini. In questo viaggio della e nella memoria l'Alpino-tipo si concretizza e si racconta non come un qualunque contadino-soldato pieno di disciplina, passività e rassegnazione, anzi un buon montanaro e un buon alpino sono pieni di intraprendenza, sanno arrangiarsi in qualunque circostanza, sono dei cento-mestieri allevati dalla vita ad affrontare le situazioni e a cavarsela. Questi risvolti comportamentali danno origine a tutta un'aneddotica, un colore e anche ad una letteratura che mostri come si alimenti il mito che intanto vien formandosi di questo soldato e uomo del popolo in divisa, fante, ma fante con la penna assolutamente speciale e con una sua pronunciata identità. Essi funzionano da sfogo e valvole di sicurezza, nella quotidianità colorita di una cronaca fitta di fiaschi di vino e di muli, salva però sempre l'adesione profonda a un mondo intimamente rispettoso dell'ordine e delle gerarchie "naturali". Espressione di una disciplina sociale diversa e civilmente superiore rispetto alla disciplina cieca imposta d'autorità sui piazzali delle caserme, ma soprattutto al rinnovamento di un patto della memoria, dagli effetti: un'inno alla giovinezza e all'ingenuità perduta per sempre nella morsa della Grande Guerra.
  • Delle migliaia di soldati schierati il 24 ottobre 1917 sulle pendici del Mrzli, davanti a Caporetto, non uno ripiegò con l’esercito in rotta, alimentando così la leggenda delle “brigate perdute”: i reparti che si sarebbero arresi senza combattere. Con un montaggio quasi cinematografico delle narrazioni degli ufficiali ‘in soggettiva’ l’autore ricompone un grande affresco, ridando voce ai giovani italiani in grigioverde di un secolo fa. Una narrazione rigorosa e avvincente che fa rivivere ogni minuto della giornata in cui ebbe luogo la battaglia più famosa della storia d’Italia. Il volume è illustrato da più di cento cartine e fotografie in gran parte inedite.
  • Che cosa del passato è così importante da dover rimanere nella memoria per sempre? In quali ricordi si trovano custoditi i fondamenti della nostra identità? In quale modo la coscienza di sé permette alla collettività e ai suoi membri di percepirsi come unità
  • Non c'è un paese in Italia che non abbia almeno un suo cittadino caduto sul Carso. Finora non esisteva un volume che ricostruisse le terribili battaglie carsiche; le centinaia di foto e piantine a colori permettono a chiunque di conoscere uno dei momenti cruciali dell'esperienza degli italiani in guerra
  • Cos’è Caporetto? Caporetto è la battaglia più importante della storia italiana ed è sinonimo di disastro, ma soprat- tutto di crisi morale, d’inaffidabilità degli italiani, di fuga e di viltà. Questo libro della nuova collana “La storia illustrata e raccontata”, ricostruisce tutte le fasi della battaglia illustrandole con schizzi, foto e planimetrie moderne a colori e soprattutto finalmente scritto e illustrato per un pubblico di lettori comuni
  • A Redipuglia tra i 100.000 c’è anche una donna e le donne nella Grande Guerra hanno centinaia di storie da raccontare. Questo primo libro di una collana racconta storie di donne con un eccezionale apparato fotografico e illustrativo ed è rivolto alle insegnanti e al mondo delle scuole.
  • Le cariche della cavalleria a Pozzuolo del Friuli sono state nell’immaginario collettivo l’epica della Grande Guerra. In questa nuova collana La storia raccontata e illustrata quei combattimenti sono ricostruiti e narrati in tutti i dettagli. Un grande mosaico in cui finalmente si scopre come si svolsero i fatti.
  • Due medaglie d'argento, capelli alla nazzarena, comandante idolatrato dagli alpini friulani in Val Degano entrato nel mito della guerra alpina. Il cesenate Carlo Mazzoli fotografato con i suoi cani è un'icona della guerra di montagna sull'Ortles, ma finora la sua vicenda non era stata raccontata. Essa coinvolge tre popolazioni italiane in guerra: i romagnoli, i friulani e i lombardi.
  • La storia del monte San Michele, il baluardo meridionale della testa di ponte austro-ungarica di Gorizia, teatro dei più cruenti scontri carsici fino all’agosto 1916, continuò ben oltre il primo dopoguerra e continua ancora oggi. Questa pubblicazione ne illustra l’evoluzione dal punto di vista strutturale ma anche concettuale. Nel corso di un secolo molte e profonde furono le trasformazioni di questo cupo teatro di guerra: dalla costruzione delle cannoniere al progetto del Carso Monumento della guerra Nazionale passando per il contestato Monumento Ossario al Fante italiano fino all’attuale CARSO 2014+. Il lettore potrà seguire un percorso storico che si è sviluppato per fasi alcune delle quali contestuali o in sovrapposizione fra loro quando in alcuni casi in netta opposizione. Il tutto per proporre al pubblico uno strumento utile a comprendere il rinnovamento continuo del monte San Michele verso una Via di Pace che porta alla costruzione di una memoria non passivamente accettata ma realmente condivisa
  • Dopo Le bugie di Caporetto, che ricostruiva lo sfondamento del 24 ottobre, in questo volume si racconta lo scontro tra tedeschi e italiani del 25 e 26 ottobre sui monti a sud di Caporetto, con le testimonianze dei generali e, soprattutto, degli ufficiali subalterni.
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    Le imprese militari e civili di questo ventiquattrenne studente, capitano (per merito) del battaglione , composto da friulani e veneti, sono raccontate anche con un enorme apparato di foto, mappe e schizzi. Guido Bergamo, di Montebelluna (Treviso), repubblicano, interventista democratico, studente di medicina, è, con le sue 4 medaglie d’argento e 4 croci al valor militare, l’alpino più decorato. Fu uno dei designati al trasporto a spalla del Soldato Ignoto all’Altare della patria nel 1921. Fondatore di leghe contadine e di cooperative, leader dei repubblicani sociali del trevigiano, medico dei poveri. Nel 1926, dopo l’esilio e la forzata rinuncia alla politica, divenne un luminare della ricerca sulle patologie polmonari e tisiche e morì proprio in seguito alle dosi di radium assorbito nelle sue ricerche.
    Lucio De Bortoli insegnante a Treviso, storico, è ricercatore e organizzatore di mostre e convegni nel Veneto.
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    I Pupilli della Partia

    22,00 20,90
    Tra le eredità della Prima Guerra Mondiale ci fu il dramma delle centinaia di migliaia di orfani di guerra, figli in genere di contadini e operai. La ricerca dà voce ai dimenticati protagonisti di quella tragedia. Fino all’epoca napoleonica l’assistenza agli orfani di guerra fu affrontata con la beneficenza e con la carità d’ispirazione cristiana. In Italia la questione degli orfani di guerra suscitò, nel periodo della Grande Guerra, un dibattito sociale e politico concluso con l’obbligo dello Stato di intervenire direttamente nell’assistenza e protezione dell’infanzia. Si affermò la concezione, anche giuridica, del bambino come soggetto diverso dall’adulto, con specifici diritti. In Friuli un ruolo centrale nell’assistenza ebbero il Patronato Friulano per gli orfani di guerra e l’Istituto Pro Orfani di Guerra di Rubignacco. Attraverso gli atti dell’Archivio di Stato di Udine si sono ricostruite le vicende e le lotte di madri ridotte nelle condizioni morali ed economiche più gravi e la tormentata storia di orfani abbandonati, contesi, malati o ribelli ai quali lo Stato dovette dare soccorso.
    Gaetano Vinciguerra insegnante, studioso di storia e organizzatore di mostre, ha pubblicato innumerevoli studi sul mondo della scuola.
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    Chirurghi in Prima Linea

    29,00 27,55
    L’epopea dei chirurghi coraggiosi che operarono a poche centinaia di metri dalla linea del fuoco. Il loro tempestivo intervento salvò migliaia di giovani italiani feriti così gravemente da non poter sopravvivere oltre poche ore. Alla fine l’indice di mortalità di questi “eroi dimenticati” fu molto elevata, pari a quella dei fanti. Genesi, quotidianità e scenari apocalittici vengono ricostruiti attraverso diari inediti, documenti inediti incrociati con i resoconti d’archivio che hanno fornito una documentazione fotografica e illustrativa da farne un libro fondamentale per la storia della medicina.
    Contardo Vergani è docente presso L’università degli Studi di Milano, dirige l’unità di day surgery dell’ospedale Maggiore Policlinico Fondazione Irccs Ca’ Granda. È autore di oltre 190 pubblicazioni scientifiche a stampa e di numerosi capitoli di testi di riferimento italiani e internazionali di chirurgia. Per la Gaspari ha collaborato al volume La Mobilitazione Femminile Nella Grande Guerra, Vol. Ii. Le Crocerossine E Le Dottoresse (2019).
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    L’Altare della patria è il luogo sacro dell’identità italiana, il simbolo della cosa più importante che hanno compiuto gli italiani nell’ultimo secolo e mezzo: una patria libera, indipendente e unita. Ma il Cimitero degli eroi di Aquileia fu il vero punto di partenza del processo identitario, poi riformulato con il Sacrario di Redipuglia. È il fronte dell’Isonzo il luogo vero, quello dove s’intrecciano milioni di storie di valorosi ventenni di ogni ceto sociale e regione. Questo libro è strutturato per gli insegnanti e gli studenti affinché recuperino il sentimento di una patria comune e dell’immane sacrificio collettivo compiuto per coronare il Risorgimento, così come è scolpito anche sulle lapidi di ogni municipio italiano. Storia della singola comunità e grande Storia sono così un tutt’uno.
    A CURA DI LORENZO CADEDDU, PAOLO GASPARI, GIORGIO SECCIA, GIUSEPPE SEVERINI, ROBERTO TODERO
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    Un'impietosa analisi delle sofferenze della clausura nei lager, le perversione e la vita sessuale, la pazzia, la simulazione e la psicologia dei reduci dalla prigionia. Il libro rivelazione di un grande scienziato.
    Amedeo Dalla Volta (Mantova 1892-Genova 1985) dal 1915 nel Corpo di sanità e chirurgia, fatto prigioniero nel 1917, durante la reclusione raccolse il materiale per gli "Studi di psicologia e psichiatria sui prigionieri di guerra". Nel gennaio 1930 fu nominato professore straordinario di medicina legale all'Università di Catania e, dal 1936, di Genova. Estromesso dall'accademia dal varo fascista della legislazione razzista (1938), rientrò nei ranghi dell'insegnamento a guerra conclusa grazie anche al solerte appoggio di padre Agostino Gemelli. Del 1961 è la sua importante opera: il "Dizionario di psicologia". Andrea Scartabellati studioso di storia e di antropologia, ha pubblicato e curato monografie e saggi dedicati ai temi della povertà, della storia della psichiatria e della follia di guerra.
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    La Battaglia dei Capitani

    23,90 22,71
    Una grande battaglia di retroguardia durante la ritirata di Caporetto. Quando i generali se ne vanno, rimangono i colonnelli; quando costoro vengono uccisi o feriti, rimango i capitani: gli unici capi che condividono il destino con i loro soldati. "E' stata una battaglia senza speranza, ma grande. Soli, senza rinforzi, isolati nella fiumana degli invasori che ci assalivano e ci circondavano da tutte le parti, abbiamo combattuto per le strade, per i viali, per le piazze di Udine". (ten. Enrico Benci)
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    Fotoreporter in Trincea

    22,00 20,90
    Fin dall’inizio il teatro di guerra viene fotografato in tutti suoi aspetti, dalle retrovie alle trincee di prima linea, dai combattimenti alla sussistenza, dai generali ai fanti. Settimana dopo settimana, i reportage fotografici di “istantanee dal fronte” creano un vero e proprio edulcorato film di finzione per tutti gli italiani.
    Enrico Folisi, storico e documentarista, docente presso l'Università di Udine, ha al suo attivo la realizzazione di decine di pubblicazioni e di documentari per la didattica, la divulgazione della storia. Ha inoltre allestito numerose mostre di carattere storico.
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    Fotoreporter della Vittoria

    22,00 20,90
    I fotoreporter accompagnano e immortalano con fotografie, articoli e filmati l’esercito nella riconquista delle regioni invase e nella liberazione delle terre irredente. Genti del Veneto, del Trentino, del Friuli, della Venezia Giulia, dell’Istria e della costa Dalmata accolgono osannanti le truppe. È l’apoteosi. L’attesa conclusione che tutti gli italiani auspicavano, si sta costruendo con parole e immagini il mito della Grande Guerra, ma non è ancora l’ultimo atto.
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    Le Bugie di Caporetto

    29,00 27,55
    Un buon piano d'attacco non può essere grossolano. Un buon piano deve essere precisato a regola d'arte. L'arte è quella della guerra. È la narrazione vivace della preparazione e dello svolgimento dello sfondamento più famoso della storia italiana. Il binomio Caporetto – viltà e disastro – rifiuto della guerra, che sosteneva la consuetudine autodenigratoria peculiare degli italiani, viene giustiziato dalla storia dei fatti. Gli italiani combatterono come avevano sempre fatto, e come faranno in seguito, vale a dire con valore e spesso con atti d’eroismo. Dopo anni di ricerca su fonti d’archivio finora mai prese in considerazione è stato così possibile ricostruire militarmente la battaglia, ora per ora, con i nomi degli ufficiali in ciascun episodio e combattimento. Nella nuova edizione le decine di mappe a colori, le foto e le biografi e rendono fruibile il testo anche al lettore comune.
    PAOLO GASPARI, in più di vent’anni di ricerche ha portato alla luce i 16.000 memoriali degli ufficiali fornendo una rilettura innovativa di Caporetto e delle battaglie della ritirata. Tra i suoi ultimi libri: Le bugie di Caporetto. La fine della memoria dannata (2011); La verità su Caporetto (2012); La battaglia dei generali. Da Codroipo a Flambro il 30 ottobre 1917 (2013); La battaglia dei gentiluomini. Pozzuolo e Mortegliano il 30 ottobre 1917 (2013); Il senso della patria nella Grande Guerra. La fi erezza e l’identità italiana (2014); La battaglia dei capitani. Udine 28 ottobre 1917 (2014); Rommel a Caporetto (2016) e Il centenario mancato della Grande Guerra (2016).
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    La Battaglia della Bainsizza

    29,00 27,55
    La battaglia della Bainsizza e la crisi dell’autunno 1917 del generale Bencivenga occupa un posto a sé nella storiografia” scrisse Piero Pieri, il maggior storico militare del secolo scorso, ma ancora oggi la narrazione di Bencivenga appare insuperata nella spiegazione delle opportunità tattiche e strategiche di un momento cruciale del 1917. La sorpresa tattica di Flondar, la Decima e l’Undicesima battaglia dell’Isonzo, l’Ortigara, la diversa impostazione di Capello e di Cadorna, sono aspetti della Grande Guerra italiana che si possono però capire solo tramite l’imponente apparato iconografico di questo volume.
    Roberto Bencivenga, antifascista, fu l'unico generale italiano che, sfidando a duello il fratello di Mussolini, fu mandato al confine a Ustica e poi a Ponza dove in un paio d'anni scrisse i volumi più importanti dell'epoca di strategia militare della Grande Guerra. Nel 1943 fu il comandante di Roma subito dopo la liberazione e fu nell'assemblea costituente. La Gaspari ha ristampato La sorpresa strategica di Caporetto (1997); La campagna del 1916 (1998); IL PERIODO DELLA NEUTRALITÀ (2014); LA CAMPAGNA DEL 1915 (2015) e LA SORPRESA STRATEGICA DI GORIZIA (2016).
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