SACRARIO DI REDIPUGLIA

Il Sacrario di Redipuglia è il più grande Cimitero Militare Italiano del nostro Paese. Venne realizzato tra il 1936 e il 1938 su progetto dell’architetto Giovanni Greppi e dello scultore Giannino Castiglioni.

La volontà del regime di allora impose il sistema dei sacrari, costruendo oltre a Redipuglia l’Ossario di Oslavia e quello di Kobarid – Caporetto. Il Sacrario, inaugurato nel 1938, raccoglie le spoglie di 100.000 caduti della Grande Guerra, ben 60.000 dei quali sono gli ignoti. Partendo dalla Casa della Terza Armata (Museo Militare e Posto di Ristoro) si attraversa il Piazzale delle Pietre d’Italia, nuova realizzazione (2016) che rappresenta idealmente, con un mosaico composto da 8.047 elementi lapidei tutti i Comuni italiani. Traversata la statale ci si avvicina alla scalinata passando prima attraverso la “via Eroica” contraddistinta da tavole bronzee riportanti i luoghi delle principali battaglie svoltesi sul Carso; visibile, primo a destra, il nome del Monte Sei Busi.

Alla fine un piccolo altare precede la tomba di Emanuele Filiberto di Savoia, Duca d’Aosta e comandante la Terza Armata, le cui offensive si scatenarono sul Carso. A seguire le sepolture di generali medaglia d’oro tutti uniti da un unico destino: essere caduti sul campo di battaglia. Davanti a noi adesso i ventidue gradoni del Cimitero Militare: al centro del primo gradone la sepoltura di Margherita Kaiser Parodi, Crocerossina morta di febbre spagnola a Trieste, pochissimo dopo la fine della guerra e qui sepolta a memoria del sacrifico di tutte le donne durante quel conflitto. Sul fronte dei gradoni i nomi dei caduti noti, in ordine alfabetico, a partire dalla lettera A, in basso a sinistra, per finire con la Z sull’ultimo gradone, a destra.

Gli ultimi loculi, dopo la Z conservano le sepolture di undici membri dell’equipaggio del sommergibile Jalea, affondato il 16 agosto 1915 e recuperato appena nel 1954. Al centro dell’ultimo gradone la Cappella del Sacrario, visitata nel 2014 anche dal Papa Francesco e dominata dalle tre croci del Calvario. Alle spalle del Sacrario alcune sale museali e il belvedere, che ospita un plastico in bronzo dei campi di battaglia del Carso.