Non tutti i mali vengono per nuocere. Che infatti la giornata di Ritorno al Monte Hermada 2012 non sia stata metereologicamente fortunata lo abbiamo visto tutti, ma proprio questo elemento ci ha dato la misura dell’interesse che simili manifestazioni generano.

Numerose infatti le persone che hanno scelto di farsi accompagnare sulle vie del monte dal gruppo di “esperti sui siti della GG” (secondo la dizione della nuova Legge Regionale) nonostante il meteo incerto, mentre molte altre si sono limitate a una visita alla Casa Klarceva, base dei nostri rievocatori di storia (reenactors) e luogo di ristoro per gli infreddoliti ma entusiasti escursionisti.

La macchina organizzativa ha come sempre dato il meglio di sé, dato che la collaborazione tra Zenobi e Sentieri di Pace è cosa ormai consolidata da lungo tempo.

Naturalmente, dato che se “repetita juvant” talvolta anche è bene cambiare, stiamo già preparando un nuovo, diverso evento sempre in zona Hermada, una sorpresa che farà certo piacere a chi segue le nostre comuni attività e ama la storia, la natura, il territorio e le sue genti.

Roberto Todero

LA GIORNATA

Base della giornata la Casa Klarčeva – Ceroglie 13, dove i partecipanti potranno gustare al ritorno dalle escursioni i tipici prodotti del Carso preparati dalla famiglia Fabec, titolare dell’alloggio agrituristico e di una tipica osmica che ha sede nel villaggio di Malchina. Sono previste due escursioni guidate, una breve e una di maggior impegno. I gruppi saranno condotti da Soci dell’Associazione Culturale F. Zenobi tutti già operanti quali esperti sui siti della Grande Guerra all’interno del progetto Sentieri di Pace (Fogliano – Redipuglia). Oltre alle visite guidate è previsto che i partecipanti alla giornata possano vedere e conoscere gli equipaggiamenti degli eserciti austro-ungarico e italiano indossati per l’occasione dai gruppi di rievocazione storica. Presente il coro S. Ignazio di Gorizia, che eseguirà i classici canti della Grande Guerra. Verrà organizzata a cura della Libreria Editrice Transalpina una qualificata mostra libraria con l’esposizione e la vendita di guide, testi storici, naturalistici e gastronomici inerenti tanto la Grande Guerra quanto i diversi temi affrontati nella giornata. Non meno importante la fabbrica dei ricordi, bancarella di gadget della giornata.

MODALITA’ E ORARI

Iscrizioni gratuite alle escursioni sul posto
I tempi dei percorsi sono calcolati comprendendo i momenti per le spiegazioni e le letture a tema.

MATTINA
Escursione LUNGA – Itinerario Fritz Weber
I^ Partenza ore 09,00 rientro ore 13,30 circa.
II^ Partenza ore 10,00 rientro ore 14,30 circa.

Escursione CORTA – Itinerario Jan Triska
I^ Partenza ore 09,30 rientro ore 12,30 circa.
II^ Partenza ore 10,30 rientro ore 13,30 circa.

POMERIGGIO
Escursione CORTA – Itinerario Jan Triska
Partenza ore 15,00 rientro ore 18,00 circa.

IL MONTE HERMADA

Note Storiche
NEGLI ANNI ’15-‘17

Quando nel 1915 l’Italia, rompendo la sua neutralità, dichiarò la guerra all’Austria, mise inconsapevolmente in moto una catena di eventi destinati a trasformare il monte Hermada in un imprendibile baluardo. Eccezionale osservatorio verso la pianura, fu fortificato sin dai primi giorni di guerra con linee di trincee e osservatori blindati che andavano tanto più a moltiplicarsi e rinforzarsi quanto più le offensive dell’esercito italiano si avvicinavano alle sue pendici. Innumerevoli le caverne artificiali scavate nella dura roccia carsica, molte quelle naturali adattate a scopi militari con lavori ancora oggi ben leggibili la cui mole non può che stupire tanto il gitante occasionale quanto lo storico o l’appassionato. Il settore dell’Hermada – o meglio le sue pendici – è stato il luogo su cui si sono infrante le speranze italiane di raggiungere rapidamente Trieste, l’ultimo baluardo degli imperiali particolarmente nel corso della decima e dell’undicesima battaglia dell’Isonzo. Anche l’Hermada ha conosciuto l’opera distruttiva dei recuperanti che il mestiere lo facevano per procurarsi di che vivere sia dopo la prima che, in modo minore, dopo la seconda guerra mondiale. Oggi invece su queste quote come altrove ci si muove con intenti diversi,
sul terreno e nelle caverne le tracce dei sistemi organizzati che rendevano quasi possibile vivere nelle situazioni estreme provocate da un fuoco a tamburo o da giorni passati al buio senza sapere se come o quando da quella caverne si sarebbe usciti per andare incontro a un incerto destino. La specificità del monte Hermada è data dal fatto che tutto ciò che si vede, tutto ciò che è rimasto è esattamente come gli austro-ungarici lo hanno creato, prima di abbandonare queste posizioni per inseguire la III^ Armata durante l’offensiva di Caporetto. Oggi, quando si parla di monte Hermada (Ermada o Grmada), si pensa alla sola cima principale: la quota 323. Ma il monte Hermada è in realtà costituito da una catena di basse colline orientate da sud ovest a nord est, ognuna delle quali è una cima a parte, ben separata dalle altre da solchi vallivi anche di una certa entità. Si possono infatti riconoscere il dosso Petrinia (q. 199) vero e proprio avancorpo del gruppo, il Nad Kokem (monte Cocco q. 280), sede di osservatori blindati oggi in fase di recupero, la quota 281 (Vrh Grize), che con il gemello Goljak dominano la moderna ferita inferta a questi luoghi: il solco creato per la posa dell’oleodotto. Ben più vasto era il monte Hermada nella visione dei soldati della grande guerra: nella memorialistica infatti si trova citato come ponte dell’Hermada quello ferroviario dove c’è ora il casello dell’autostrada A4, ben lontano quindi dagli accessi del monte così come noi lo intendiamo. Le escursioni in questi luoghi sono considerate un piacevole diversivo, ma non così la pensava Fritz Weber, ufficiale d’artiglieria presente su questo fronte che, nel ricordare quei periodi, così si esprime quando la sua batteria viene destinata al Carso:

… apro l’ordine sigillato: dobbiamo prender posizione a Quota 323. C’è solo una quota, che si possa prendere in considerazione, da queste parti, una quota dal nome dolce e nello stesso tempo terrificante: l’Hermada. Ci guardiamo bene dal parlarne…